PESARO – Saranno circa 700 le persone in provincia di Pesaro che effettueranno il tampone per verificare se sono guariti dal Covid.
L’argomento è sempre al centro dell’attenzione e la lista civica una Città in Comune, in un momento in cui sembra visibile un miglioramento della situazione sanitaria, chiede «un nuovo sforzo delle Autorità Regionali per accompagnare al meglio i cittadini verso l’uscita dall’emergenza Coronavirus – afferma l’Assessore Enzo Belloni -. Avverto una fortissima richiesta di informazioni, di chiarezza, della maggiore serenità possibile».
«Cosa ci aspettiamo, noi come tutti gli altri cittadini? – aggiungono i Consiglieri Comunali Camilla Murgia e Sergio Castellani – Potere convivere al meglio con le altre persone, appena si potrà tornare a farlo. In questo senso, una delle prime necessità è ridurre al massimo la paura del contagio». Ecco allora la precisa richiesta della Lista Civica “Una Città in Comune”: una fortissima accelerazione sull’esecuzione dei tamponi.
L’Amministrazione Comunale ha messo a disposizione una struttura, presso il Centro Operativo, dove si può fare il tampone senza nemmeno scendere dalla propria auto. Si va lì su convocazione dell’Asur, ma l’attività procede lentamente. «Potere riprendere una vita di relazione, sotto tutti gli aspetti, è al momento una necessità assoluta. Moltissimi di noi vorrebbero conoscere con certezza lo stato di salute, nostro e di chi ci sta vicino, rispetto al Virus. Ma oggi i tempi di attesa sono molto lunghi, ammesso che si riesca comunque ad ottenerlo, il tampone. La nostra proposta – proseguono i Consiglieri – è che l’Asur metta a disposizione il personale davvero necessario e che siano i cittadini stessi a potersi prenotare direttamente, magari attraverso il CUP, ovviamente accettando senza obiezioni il giorno e l’orario proposto. Le operazioni potrebbero svolgersi con grande fluidità e rapidità, grazie al personale impegnato nell’arco dell’intera settimana, disponendo di operatori in numero adeguato. Sarebbe la migliore risposta dell’Autorità Sanitaria alla richiesta al momento più pressante dei cittadini».
Il (doppio) tampone positivo darebbe effettivamente tranquillità. In caso contrario si avrebbe l’informazione certa e diretta che bisogna intervenire. Un metodo utile che garantirebbe serenità, per quanto possibile.
Il consigliere regionale Andrea Biancani rassicura che «Nei 3 check point (Pesaro Cacciatori, Fano Codma, Urbino Sasso) sono stati sottoposti a tampone: 200 a Pesaro, 100 a Fano e 40 a Urbino. Circa 340 in totale. Nella settimana dal 13 al 19 aprile, essendo aumentate le persone che sono pronte per i tamponi di verifica (senza sintomi da oltre 15 giorni ) i tamponi saranno: 450 a Pesaro, 150 a Fano e 90 a Urbino. Circa 700 in totale.
In pratica si raddoppia il numero. Il tampone viene effettuato senza scendere dalla propria auto, drive-in, per garantire la sicurezza degli operatori, per velocizzare l’operazione e la massima riservatezza.
Nel corso delle settimane le persone che verranno sottoposte al tampone per verificare la reale guarigione saranno sempre di più. Ogni settimana direttamente a domicilio dagli addetti dell’assistenza domiciliare vengono fatti circa 400 tamponi».
Poi ci sono le Usca, le unità di strada formate da personale medico e infermieristico che consentono di rafforzare le visite domiciliari: «Sono 4 – spiega Biancani – . Una nel territorio di Pesaro, una di Fano e una in quello di Urbino. La quarta si occupa esclusivamente delle strutture residenziali (case di riposo ecc). Ogni unità riesce a fare 10 visite a domicilio ogni giorno. Queste unità intervengono sulla base delle segnalazioni che i medici di base fanno ad Asur che definirà gli interventi da fare.
L’operazione non è semplice perché devono cambiarsi completamente tra una visita e l’altra per evitare di portare il virus tra le varie case e garantire la massima sicurezza».
Ultimo capitolo, i test sierologici di cui si parla tanto. Biancani fa chiarezza: «In questi giorni la Regione ha avviato test sierologici che permettono di verificare, attraverso un prelievo del sangue, la presenza e il tipo di anticorpi. Nelle prossime settimane verranno sottoposti al test gli operatori sanitari, soprattutto quelli a diretto contatto con pazienti Covid positivo (è una fase di sperimentazione)».