Pesaro

Pesaro, 18 truffe del finto carabiniere da inizio anno: ecco la campagna di prevenzione da parte dell’Arma

La percentuale di ultra 65enni truffati è passata dal 15,8% del 2019 al 20,1% del 2023. I carabinieri in prima linea

PESARO – Prevenzione delle truffe agli anziani, parte la campagna dei Carabinieri delle Compagnie di Pesaro, Fano e Urbino.

Verranno diffuse da oggi (mercoledì 10 luglio) tutte le informazioni utili ad evitarle. I risultati degli studi del fenomeno fatti dal Comando Generale, hanno permesso di redigere degli opuscoli e di produrre un video (che ha visto la partecipazione dell’attore Lino Banfi), per promuovere su tutto il territorio nazionale delle “buone pratiche” finalizzate a contrastare tali tipi di reato.

L’Arma dei Carabinieri è da sempre legata al territorio, con una relazione che esprime solidarietà, dedizione e partecipazione alla vita delle comunità. Nel solco di questo agire, l’Arma rivolge una specifica attenzione ai soggetti particolarmente vulnerabili, tra cui gli anziani, esposti alle insidie della modernità, avvertendo l’esigenza di assumere questa iniziativa a loro tutela, per cercare di dare un freno al fenomeno delle truffe, il cui trend nazionale segna un costante aumento.

Nella sola provincia di Pesaro e Urbino, le denunce di truffe in danno di anziani, eseguite con la tecnica del “finto carabiniere”, perpetrate a partire dal 1° gennaio di quest’anno, sono state diciotto, a cui è certamente da aggiungere un numero cospicuo di ulteriori truffe non denunciate. Infatti, non di rado, si assiste ad un processo di auto-colpevolizzazione da parte delle vittime, che, oltre ad accrescere il senso di impotenza ed insicurezza verso il mondo esterno, li sospinge a non denunciare e a non condividere la loro esperienza, per sottrarsi all’imbarazzo di un giudizio negativo.

La percentuale di ultrasessantacinquenni truffati è passata dal 15,8% del 2019 al 20,1% del 2023.
Tali reati oltre a causare un danno patrimoniale più o meno rilevante alle vittime, incidono direttamente anche sulla loro sfera psicologica – più debole ed esposta in ragione dell’età – provocando reazioni emotive (angoscia, paura, rabbia, tristezza e ansia) di difficile gestione e traumi non facilmente superabili.

Nella specifica materia, l’esperienza sinora maturata in ambito preventivo e di contrasto, ha consentito di individuare “buone pratiche”, per accrescere l’incidenza dei servizi di prossimità alla popolazione anziana e per sensibilizzarla sul delicato tema, individuando gli schemi criminali più ricorrenti. Le truffe seguono quasi
sempre uno schema prestabilito e ripetitivo: la vittima viene contattata sull’utenza telefonica di casa 2 da un ”telefonista” che, dopo essersi qualificato come appartenente all’Arma dei Carabinieri o come avvocato, la informa che un parente (generalmente figlio o nipote) è rimasto coinvolto in problemi di giustizia e/o di polizia, la cui positiva risoluzione richiede la consegna di denaro e/o preziosi – carpita la fiducia dell’anziano, ne acquisisce anche informazioni utili a proseguire nell’azione criminosa;

un secondo telefonista riversa le informazioni acquisite all’emissario incaricato di raggiungere l’abitazione dell’anziano e, dopo essersi qualificato come collega o collaboratore del falso appartenente all’Arma o dell’avvocato, ricevere quanto pattuito nel corso dell’interlocuzione – accettando alternativamente qualsiasi tipo di dazione.
Il telefonista può anche presentarsi come altro soggetto (medico, notaio, ecc), ma di base rappresenta sempre che un parente della vittima è in difficoltà e ha bisogno immediatamente di soldi.

I comportamenti di prudenza generale da deve adottare:

non aprire la porta di casa senza aver prima verificato con certezza chi voglia entrare (la porta chiusa è una sicurezza);

il personale delle forze dell’ordine si presenta sempre in uniforme – in ogni caso, non bisogna aprire a sconosciuti, anche se in possesso di tesserini e/o pettorine che riproducono loghi delle Forze di Polizia;

non fidarsi mai di chi chiede, a qualunque titolo, denaro o gioielli, anche solo per vederli o valutarne il valore;

nessun ufficio pubblico/privato invia presso le abitazioni i propri dipendenti per riscuotere pagamenti o verificare bollette;

gli operatori delle società di erogazione dei servizi essenziali (elettricità, gas, acqua) non chiedono notizie sulla posizione di denaro o gioielli, né suggeriscono dove spostarli;

per effettuare le verifiche, non utilizzare numeri telefonici forniti da sconosciuti poiché potrebbero essere collegati a complici dei truffatori;

non credere a sedicenti avvocati/notai, che chiedono denaro/gioielli per sostenere familiari in difficoltà;

per strada, impedire agli sconosciuti di avvicinarsi troppo con una scusa. Nel caso accada, raggiungere un esercizio commerciale o un luogo affollato per richiedere assistenza;

diffidare di soggetti che si avvicinano, riferendo di conoscere parenti o che si propongono per acquistare e/o vendere merce di qualsiasi genere;

non fornire mai a persone non conosciute i propri dati personali.

© riproduzione riservata