Pesaro

Pesaro, 200 bimbi in lista d’attesa per gli asili. Murgia: «Dalla Regione solo voucher, troppo poco»

Le mamme e la maggioranza consiliare pesarese: «Si impedisce ai comuni di utilizzare i fondi europei, servizi in difficoltà»

PESARO – Asili nido, un servizio fondamentale del welfare e per permettere di conciliare i tempi della famiglia e del lavoro.

«I 4 milioni di euro annunciati a fine anno dalla Regione hanno dei vincoli molto rigidi che allontanano i Comuni, in primis quello di Pesaro, dal rispondere ai bisogni reali delle famiglie – sottolinea l’assessore Camilla Murgia assieme ai consiglieri regionali Micaela Vitri e Andrea Biancani, la maggioranza consiliare e alcune esponenti di famiglie della città – I fondi acclamati dalla Regione a fine anno, come aggiustamento in extremis di una miope e inadeguata programmazione di risorse di fronte alla voce di bilancio azzerata negli educativi, provengono da fondi FSE che seppur importanti obbligano ad azioni precise: voucher di sostegno alla frequentazione delle scuole per le famiglie e prolungamento orario. Il Comune di Pesaro, sostenuto anche dall’appello delle famiglie, chiede con forza di ricevere dei fondi regionali per aumentare l’offerta (il numero di posti) e porre rimedio alla lista di attesa di circa 200 bambine e bambini a oggi fuori dal servizio 0-3 anni». 

Esponenti politici e mamme continuano: «Il Comune già investe delle cifre enormi in questo servizio, che anche per il prossimo anno scolastico prevede l’aumento dell’offerta per quella fascia di età grazie al bilancio comunale, ma per essere incisivi è fondamentale il supporto degli altri enti, Stato e Regione, che concorrono nell’assicurare il servizio. Il problema dei nidi è un problema a livello nazionale, ma in Italia ci sono zone virtuose che assicurano un vero welfare alle famiglie, grazie al lavoro sinergico e di condivisione di bisogni tra enti locali, Regione e Stato come succede in Emilia Romagna. La beffa principale è che i fondi regionali aumentati per il prossimo anno sono fondi europei e resta quindi a zero lo sforzo della Regione nel contribuire con fondi propri come lo Stato indica nelle linee guida 0-6 anni. Vincolando l’investimento a fondi europei si impedisce ai comuni di utilizzare liberamente questi fondi e ci troviamo quindi ad avere di meno, in termini di liquidità per il servizio, pur avendo un incremento di risorse regionali: sarebbe drammatico dover dire alle famiglie che non sia possibile precedere all’aumento di posti o addirittura di dover rivedere alcuni servizi a oggi in essere.  Quello che manca in Regione è la lettura dei bisogni, che sarebbe facile visto che i Comuni ogni anno indicano agli uffici regionali come vengano impiegati i fondi regionali e nazionali. Ci auguriamo che si modifichi al più presto questa azione, che dimostra l’incompetenza di un governo regionale distante dalla realtà e che vengano individuate risorse che consentano di programmare al più presto il servizio del prossimo anno scolastico». 

«Come Comune di Pesaro siamo già al lavoro per migliorare l’offerta, sia in termini orari che di ricettività, anche con confronti con il mondo aziendale tramite associazioni di categoria, in primis Confindustria. Nei sistemi educativi non c’è nulla di creativo: c’è la serietà e la professionalità di trasformare i bisogni in risposte, andando a ricucire quella rete sociale di responsabilità e di cura, valore fondante della nostra comunità. Il Comune di Pesaro è in prima linea. La Regione Marche dov’è?»

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