PESARO – La paura di nuove chiusure lo spettro dell’abusivismo sono per acconciatori ed estetiste due vere e proprie sciagure che rischiano di minare non solo economicamente ma anche psicologicamente un intero settore già duramente provato dal lockdown della scorsa primavera.
Per la Cna di Pesaro e Urbino «la piaga dell’abusivismo è infatti in continua espansione nel settore dei servizi alla persona anche sul territorio provinciale. Ma c’è anche una conferma. Gli ultimi dati Istat registrano il dilagare di un fenomeno che mette a repentaglio la salute dei cittadini e la tenuta degli operatori che rispettano le regole; tanto più in questa fase di emergenza sanitaria nell’assicurare l’osservanza dei protocolli».
Nel 2018 il tasso di irregolarità di acconciatori e centri estetici risultava pari al 27,1%. Si tratta del valore più alto osservato tra i vari settori e che supera di gran lunga quello medio nazionale (14,2%).
«Le imprese regolari del settore – afferma il responsabile Cna, Riccardo Battisti – sono oggi chiamate a convivere con l’esercizio abusivo della professione. Il lockdown tra la fine di marzo e la prima metà di maggio ha messo in fortissima difficoltà le attività che riguardano la cura e il benessere della persona che risultano essere tra quelle maggiormente colpite dalla pandemia, essendo state, inoltre, tra le prime a chiudere e le ultime a riaprire».
Si sono registrati casi di acconciatori ed estetisti a domicilio, ma non in regola con le licenze e un fai da te che non assicura la sicurezza. L’associazione denuncia la crescita del lavoro nero e il proliferare di parrucchieri improvvisati.
Secondo la Cna «l’abusivismo, oltre a mettere a repentaglio la salute dei clienti e a vanificare lo sforzo collettivo di contenere il contagio, getta discredito sulle imprese che operano nel rispetto della legalità.
Anche per questo motivo – afferma Battisti – va evitata a tutti i costi la possibilità di una seconda chiusura delle imprese del settore che dimostrano quotidianamente di operare con il massimo rispetto e rigore delle norme e dei protocolli di sicurezza e sono disponibili a confrontarsi con le istituzioni per individuare le soluzioni più efficaci. Nuove restrizioni invece rischiano di compromettere la continuità delle imprese e acuire il fenomeno dell’abusivismo rispetto al quale Cna sollecita da tempo un impegno ancora più incisivo da parte delle autorità locali affinché siano intensificati i controlli».