PESARO – Ancora polemiche sulle parole del capogruppo Pd Massimiliano Amadori. Tanto che il consigliere interviene nuovamente per placare i rimbrotti arrivati dalla Lega. La critica è sul bisogno di normalità. Intanto anche Fratelli d’Italia attacca il Pd.
“In questi giorni ho provato a fare una riflessione sui prossimi mesi, sulla condizione di una città che si trova a fare fronte ad una vera e propria crisi sanitaria, economica, e psicologica. Nel farlo, stando a contatto con la gente mi sono fatto interprete di un sentimento anche di preoccupazione sempre più diffuso, e che l’opposizione, da dietro una tastiera non considera o sottovaluta. Ho spiegato che il lavoro è un tema dirimente, non lo dico io, ma tutta Italia in questo momento, nel mio caso lo dico anche perché vivo in prima persona una situazione di instabilità, con la cassa integrazione, come tanti pesaresi. Come in tutta Italia, ci stiamo interrogando su come sarà la fase due e se ci sarà ad esempio turismo estivo. Tutto questo non interessa alla destra pesarese? Vorrei capire.
Per questo trovo squallida e offensiva la strumentalizzazione dell’opposizione, che spreca come sempre l’occasione per un ragionamento più ampio sulla città. Anche per quanto riguarda gli elicotteri, proprio il capogruppo leghista Dallasta qualche giorno fa, lì sì in maniera offensiva e sterile, sminuiva il grande lavoro delle forze dell’ordine impegnate nel sorvolo aereo della città, mentre questo era ancora in corso, alimentando un dibattito social tra cittadini a quel punto spaesati. Non ci vengano poi a dire che sono pronti a collaborare. Non ci fidiamo di chi si mette a disposizione e poi un giorno sì e l’altro pure spara a zero sul lavoro dell’Amministrazione e della maggioranza».
Nicola Baiocchi, segretario Fratelli d’Italia rintuzza la polemica: «Sono sinceramente esterrefatto dalle dichiarazioni del Capogruppo in Consiglio Comunale Massimiliano Amadori. Un mix di banalità condito con il solito pressapochismo di chi, dopo tutto quello che è successo e tutt’ora sta succedendo nella nostra città, tende a minimizzare e considerare nuovamente il tutto come se fosse ancora, una banale influenza stagionale. Sinceramente pensavo, sbagliando, che la lezione fosse servita e che almeno fino alla fine di questa emergenza non ci fossero rigurgiti di “cene con gli amici, musica, cultura e notti lunghe” auspicate dal capogruppo del Pd, invece ci risiamo. Una pandemia va circoscritta e i cittadini vanno guidati e supportati, siamo tutti d’accordo che è bello stare insieme, è bello far festa ed è bello il calcio. Ma non basta. Vorrei evidenziare ad Amadori, che il garantire lavoro e sicurezza, significa prima di tutto fare prevenzione e non garantirsi consensi facili parlando di “feste”. È quanto mai subdolo utilizzare in questo momento i termini “accalcati e affollati” al solo scopo di creare un’immagine rosea nella testa delle persone per farsi associare a quella che era la nostra vita di prima e che purtroppo ad oggi non c’è.
Dovremo necessariamente ripartire, tornare alle nostre vite, alle nostre abitudini e alla nostra quotidianità ma auspico che chi chiede al Governo una riapertura (ricordo che al Governo ci siete voi), sia consapevole che nulla sarà più come prima e ci vorrà, purtroppo tanto tempo per tornare alla normalità. Vergogna, è l’unica parola utilizzabile, lo storytelling bisogna saperlo dosare e anche i riferimenti culturali, le tematiche sono tante, non è il momento di gettare il fumo negli occhi a chi ha bisogno di speranza e certezze, per guadagnare consenso».
Ultimo inciso sul lavoro. «In realtà è vero che non viviamo solo di lavoro, ma senza lavoro non si hanno i soldi per fare la spesa, per pagare le bollette, gli affitti, le medicine e vivere dignitosamente e ricordo che in questo momento le priorità sono ben altre; speravo che 822 morti nella Regione Marche, di cui 449 nella nostra Provincia avessero fatto riflettere e comprendere la portata di questa tragedia ma purtroppo, anche questa volta, mi sbagliavo».
Amadori ribatte: «Baiocchi, invece di polemizzare sempre, farebbe meglio a guardare nella sua coalizione e a chi (a partire dalla Lega) grida alla riapertura subito di tutti i servizi, senza una strategia nazionale, senza certezze».