Pesaro

Pesaro, aumentano i disoccupati e la nuova problematica degli analfabeti funzionali

Un fenomeno di cui parla anche l'Ocse, ovvero la scarsa capacità di apprendere ciò che si legge. Tutti i dati del centro per l'impiego della città rossiniana

L'esterno del centro per l'Impiego di Pesaro

PESARO – Crescono i disoccupati in provincia di Pesaro, ma oltre al tema del lavoro emerge anche la questione dell’analfabetismo funzionale. E sul territorio ne soffrirebbero 4 persone su 10, più della media sancita dall’Ocse nell’ultimo report. Cosa che rende ancora più complicato trovare lavoro soprattutto nella fascia 45-55 anni.

Secondo il centro per l’impiego di Pesaro sono 10.290 i disoccupati a Pesaro e nei 7 comuni dell’ambito territoriale sociale. Circa un migliaio in più rispetto allo scorso anno.

La fascia d’età più colpita è quella dai 50-54 anni con 1.214 persone in cerca di lavoro e 55-59 con 1.231. Poi i 45-49 anni con 1.173 disoccupati e 40-44 con 1.096. Altro dato importante riguarda il titolo di studio: 3.176 persone hanno la terza media, 2.976 il diploma delle superiori e 1.325 nessun titolo di studio e anche gli universitari non trovano facilmente impiego con 941 disoccupati.

Altra tematica, la questione femminile. Dei 10 mila disoccupati, 5.953 sono donne, 4.337 uomini e in certe fasce d’età il gap è ancora più marcato. Tra i 40 e i 44 anni le donne in cerca di lavoro sono 731 contro i 365 uomini mentre tra i 45 e i 49 744 contro 429. Dopo la maternità molte donne cercano di rientrare nel mondo del lavoro ma fanno fatica. Il loro ricollocamento è più difficile, come testimoniano i numeri.

Il direttore del centro per l’impiego Claudio Andreani sottolinea due concetti: «Da un lato notiamo che oltre la metà dei disoccupati hanno un titolo di studio medio basso. Siamo in un territorio legato alla manifattura, ma dove certe competenze che funzionavano in passato ora non bastano. Per questo è più difficile rientrare nel mondo del lavoro. Il mercato chiede tecnici specializzati ad alto livello, competenze specifiche. L’altro tema è che c’è un analfabetismo funzionale dilagante. In pratica le persone non capiscono più quello che leggono, sono disabituate alla lettura quotidiana, non acquisiscono il linguaggio delle nuove tecnologie. E questa incapacità si riflette anche nei tirocini e corsi di formazione. Si fa fatica a insegnare certe materie, certe competenze. Non vengono assimilate. L’Ocse ha prodotto uno studio secondo il quale il 29% delle persone soffre di analfabetismo funzionale. A Pesaro penso che questa percentuale sia addirittura maggiore, tra il 40-50%. E’ bene insistere sui corsi di formazione a tutti i livelli, spingere affinchè siano sempre di più».

Tutto ciò si riverbera nelle tipologie di contratto e stipendi medi. Secondo Ires Cgil il dato medio della retribuzione annua lorda in provincia è pari a 19.710 euro, i part time viaggiano sui 11.072 euro lordi annui, mentre quelli che hanno un contratto di lavoro a tempo determinato 10.495 euro lordi, alla soglia praticamente della povertà. I somministrati sono a 8.746 euro, mentre gli intermittenti a 1.681 euro lordi annui.

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