PESARO – Aumento del canone demaniale marittimo, i diportisti, piccole associazioni sportive o attività economiche pagheranno fino al 700% in più.
Nel 2020, a valere sul 2021, lo Stato aveva decretato un aumento indiscriminato dei canoni minimi, passati da 360 a 2500 euro, per tutte le concessioni di utilizzo di aree del demanio marittimo, indipendentemente dalle finalità e dalla tipologia di attività da svolgervi. Un aumento quasi del 700% che ha colpito soprattutto le associazioni e le imprese delle aree portuali e non solo.
Andrea Biancani, consigliere regionale spiega come stanno le cose e chiede un nuovo intervento per calmierare i costi. «L’aumento sarebbe dovuto partire per tutti dal 2021, ma per le realtà sportive, ricreative e legate alle tradizioni locali, svolte in forma singola o associata, senza scopo di lucro e per finalità di interesse pubblico, il Parlamento, rendendosi evidentemente conto dell’insostenibilità dell’aumento per molte associazioni, aveva approvato un emendamento, seppure a stagione iniziata, prevedendo un canone minimo di 500 euro per tutto il 2021.
Su segnalazioni dei cittadini e delle associazioni, avevo sottolineato che si trattava di una soluzione tampone e la scorsa estate avevo presentato un’interrogazione alla Regione, sottoscritta anche dalla consigliera Micaela Vitri, chiedendo un impegno presso il Governo per una soluzione duratura che garantisse negli anni le realtà sociali, sportive, ricreative e le piccole attività e che confermasse la riduzione del canone minimo istituendo una maggior modulazione progressiva dei canoni.
Sarebbe sufficiente un sistema che tenga conto, non solo delle superfici occupate, ma anche della durata, della tipologia di soggetto che fa richiesta, della reale finalità di utilizzo e della redditività che il soggetto ne ricava, garantendo così più equità e sostenibilità.
Purtroppo, al contrario, quest’anno non è stata prevista nessuna esenzione e il canone è ulteriormente aumentato da 2500 a 2698 euro. Tante realtà sociali e sportive che utilizzano terreni del demanio marittimo rischiano di trovarsi di fronte a spese insostenibili e dover cessare le proprie attività e servizi».
Stiamo parlando di chi fa sport nautici e legati al mare e di realtà che fanno attività sociali con disabili e soggetti svantaggiati senza scopo di lucro. Saranno ulteriormente colpite anche le piccole attività commerciali già in difficoltà a causa della pandemia.
Mi auguro che il Governo e le Regioni cambino la norma e lo facciano il prima possibile e non a ridosso dell’estate, perché chi fa attività stagionali e temporanee ha bisogno in anticipo di certezze riguardo ai costi. Se si interviene troppo tardi, molti potrebbero aver già deciso di sospendere l’attività e non avere più tempo per riorganizzarsi.
Per fare alcuni esempi degli effetti negativi e assurdi dell’aumento, ricordo che l’ultimo bando per la concessione dei posti barca sulla nuova darsena del porto di Pesaro, è andato praticamente deserto, con solo due domande a fronte di 28 posti. Con questi canoni minimi, in pratica un posto barca per un’imbarcazione lunga 4 mt costa come quello per una da 15 mt, così come per aggiungere un tavolino esterno, un ristorante sul demanio marittimo, si trova a pagare la stessa cifra che per aggiungerne 10 e senza neppure considerare la reale durata dell’occupazione. Paradossalmente, inoltre, nel caso della richiesta di spazi per un evento di pochi giorni si pagherebbe lo stesso canone di chi fa una richiesta per un utilizzo annuale. Lancio un appello urgente alla Regione e ai Parlamentari del territorio affinché si attivino presso il Governo sia nel tavolo tecnico della Conferenza Stato Regioni sia in Parlamento per eliminare questa ingiustizia che colpisce in gran parte le associazioni sportive, culturali e che si occupano di disabilità».