PESARO – Bimbo riaffidato alla famiglia d’origine, scatta la petizione e l’interrogazione parlamentare.
È la storia di Cacao (nome di fantasia apparso nella petizione e articoli ndr). A parlare sono i genitori adottivi, una coppia pesarese. La petizione ha già superato le 6.000 firme su Change.org. «Siamo il babbo e la mamma di un bambino, accolto tra le nostre braccia 2 anni fa grazie alla disponibilità all’Adozione Nazionale. Cacao aveva solo 8 mesi. Cacao aveva bisogno di una mamma e di un papà: “Di instaurare un rapporto con due persone di riferimento”, così ci dissero i giudici. Nulla è mutato, le condizioni iniziali per cui Cacao è stato allontanato dalla famiglia di origine sono sempre le stesse, ma per la Corte d’appello di Ancona queste non sono più un problema, così sancisce che Cacao venga sradicato dalla sua famiglia e “collocato” da coloro dal quale era stato allontanato».
I genitori fanno sapere. «Cacao ha passato i primi otto mesi in una comunità educativa con la madre biologica; il padre, invece, non l’ha mai riconosciuto. La madre biologica, che ha problemi refertati e irreversibili (che non si approfondiscono per motivi di privacy), non è mai stata lasciata da sola con Cacao per garantirne la sua sicurezza. Con il passare dei giorni il bambino stava instaurando dei rapporti indistinti con tutti gli operatori del centro, oltre a problemi fisici e psicologici legati alla mancanza del calore di una famiglia.
Il Tribunale per i minorenni di Ancona ha scelto noi come futura famiglia per Cacao, decretando un affido a rischio giuridico ai sensi degli art. 330-333-336 del c.c., noi che eravamo in lista d’attesa per l’Adozione da più di quattro anni. Cacao incontra per un’ora a settimana la famiglia di origine (madre biologica e nonni), in ambienti protetti e controllati da un educatore».
La famiglia d’origine, soprattutto i nonni, ha presentato ricorso. «Il Tribunale dei Minorenni di Ancona, ad un anno dall’affido, rigetta il ricorso della famiglia biologica lasciando Cacao con il suo babbo e la sua mamma. Cacao è felice, la sua felicità è sotto gli occhi di maestre d’asilo, amici e parenti, ma al tutore e ai servizi sociali il suo benessere non interessa, non approfondiscono quanto sia forte il suo legame con noi.
La famiglia biologica fa nuovamente ricorso e la Corte d’appello di Ancona, sulla base della stessa perizia che in primo grado aveva confermato l’affido presso la nostra famiglia e senza che nessuna condizione fosse cambiata, determina che il bambino nell’arco di 6 mesi debba andare a vivere in una casa con la madre biologica, con problematiche refertate e irreversibili, e con due nonni molto anziani.
Cacao dopo oltre 2 anni con il suo babbo e la sua mamma, rischia di essere collocato nella stessa famiglia dal quale era stato allontanato. Il decreto prevede come data di “rientro” il 14/11/2024 con un piano di integrazione che sta mettendo a nudo, oltre alle problematiche della famiglia di origine, la sofferenza di Cacao, segnalata ai servizi da noi a da tanti “Care-Giver”, compreso un accesso in ospedale avvenuto dopo una notte passata lontano dal suo babbo e la sua mamma. Confidiamo nel rispetto della convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, diritti che prevedono il “Superiore interesse del minore”. Non vogliamo permettere che Cacao, nostro figlio, abbia bisogno di noi, del nostro amore e noi non possiamo essere lì per lui, provocando in lui un trauma irreparabile e irreversibile».
I deputati Manzi, Curti e Barbagallo hanno presentato una interrogazione. Chiedono al ministro della Giustizia «se non ritenga, nel rispetto dell’azione della magistratura, opportuno valutare di adottare iniziative anche normative di sua competenza – in costante sinergia con il Parlamento – volte a monitorare l’applicazione, anche alla luce del fatto specifico esposto in premessa, delle normative in materia, nonché ad implementare e integrare il quadro normativo al fine di garantire la migliore e costante tutela del superiore interesse del minore in armonia con il quadro costituzionale e la giurisprudenza delle Supreme Corti interne e sovranazionali».