Pesaro

Pesaro Capitale della Cultura 24, Mattioli: «Non siamo la giunta dei rendering, progetti divenuti realtà»

La presidente della commissione cultura parla dei contenitori come il museo Rossini, la Sonosfera e il museo Oliveriano

Museo nazionale Rossini di Pesaro
Museo nazionale Rossini di Pesaro (Foto: Luigi Angelucci) Immagine di repertorio

PESARO – A un anno dalla proclamazione di “Pesaro 2024 – Capitale italiana della cultura” la città ha già intrapreso il percorso con tutti i soggetti protagonisti, che hanno per denominatore comune “La natura della cultura”.

Anna Maria Mattioli, presidente commissione cultura spiega gli obiettivi. «In binario parallelo è ora quantomeno necessario rilanciare quei luoghi strategici che fungeranno da scenografia agli eventi del 2024. La giunta Ricci non si farà trovare impreparata e già da tempo ha programmato e continuerà nel prossimo futuro a mettere in luce i contenitori culturali, che certamente non sono rimasti allo stato di “rendering”. Pesaro è una città ricca di arte e unicità come la Sonosfera David Sassoli, un’architettura costruita per essere luogo perfetto dal punto di vista acustico per intraprendere un viaggio dei sensi alla riscoperta di suoni unici, dalla foresta primaria equatoriale, alle opere di Rossini e perché no nell’arte raffaelliana della Stanza della Segnatura».

Mattioli prosegue: «La musica si fa storia, racconto e realtà in un altro fiore all’occhiello della Pesaro operistica rossiniana, il Museo Nazionale Rossini, un prezioso scrigno di arte e reperti unici, vera punta di diamante di “Pesaro Città creativa della musica UNESCO” che si proietta in “Pesaro 2024 – Capitale italiana della cultura”. Dall’Overture della Sala degli Specchi, alle sezioni suddivise in due Atti e un Intermezzo si possono ascoltare e interagire, grazie a un’area video con proiezioni multimediali, i capolavori come il Barbiere di Siviglia, la Cenerentola e La gazza ladra. Ma la cultura e la storia saranno raccontate anche grazie al lascito di Annibale degli Abbati Olivieri, che avrebbe voluto i suoi concittadini tutti “culti e operosi”. Un corredo letterario e un patrimonio bibliotecario, documentario e archeologico sapientemente custodito nella Biblioteca e Museo Oliveriano. Un luogo unico restituito alla città da pochi mesi, che rappresenta una narrazione fondamentale per andare alla scoperta di quella natura legata alle origini del nostro territorio che tanta cultura e sapere hanno trasmesso e trasmetteranno a chi ne vorrà far buon uso».

«“Pesaro 2024 – Capitale italiana della cultura” sarà un punto non di arrivo ma di rilancio di tutto il panorama culturale cittadino, arte, musica, cultura, letteratura e teatro saranno gli strumenti per esser tutti noi protagonisti di una nuova riscoperta del sapere. Tutti saranno chiamati a fare la loro parte, perché ancora il percorso è tutto in divenire, ma l’entusiasmo creativo collettivo ci regalerà grandi soddisfazioni».