PESARO – Agenti di polizia penitenziaria aggrediti da un uomo di 150 kg a Villa Fastiggi a Pesaro.
A denunciarlo sono le stesse sigle sindacali che dal 6 settembre metteranno in essere tutta una serie di manifestazioni supportate da un presidio permanente presso l’istituto pesarese.
«Un detenuto di origini africane, nella tarda mattinata ha cercato di aggredire un agente reo di avergli redatto un provvedimento disciplinare per comportamento scorretto – spiegano Sappe, Osapp, Sinappe, Uilpa, Usppo, Fp Cgil, Fns Cisl, Coordinamento nazionale polizia penitenziaria – Il detenuto non è riuscito nell’aggressione solo per il pronto intervento degli agenti presenti e di quelli accorsi, che solo dopo circa un’ora di colluttazione con il detenuto, sono riusciti a ubicare lo stesso, in una apposita camera detentiva. Si registrano purtroppo vari giorni di prognosi dai tre a cinque giorni al personale intervenuto che ha dovuto riportare l’ordine e la sicurezza , privo di strumenti idonei a immobilizzare un individuo alto circa due metri e dal peso di circa 150 kg.
«A loro va la nostra solidarietà e ringraziamento, per non aver esitato un solo attimo a soccorrere il proprio collega evitando una tragedia annunciata. La cosa che più di ogni altra non è più tollerabile – proseguono i sindacati – e che questi episodi sono figli dell’indifferenza e del mal governo della Direzione ma anche, e soprattutto in questo caso, dell’assenza di attenzione da parte del Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria, informando l’opinione pubblica, i politici, le autorità, il garante dei detenuti, che per quanto di loro conoscenza il soggetto protagonista della tentata aggressione e resistenza, in passato, più volte, si è reso protagonista di violenza, minacce, soprusi ai danni del personale e degli altri reclusi, e ciò nonostante il Provveditorato ha sempre rifiutato il trasferimento dello stesso in altro istituto in considerazione dell’imminente scarcerazione. Non ci sono più parole per denunciare lo sdegno dei poliziotti penitenziari pesaresi, verso una amministrazione penitenziaria, cieca e sorda».
I sindacati si dicono preoccupati «se individui del genere di indole aggressiva e di assenza di rispetto delle persone, istituzioni e leggi, verso i quali la detenzione e il recupero è miseramente fallito, sono reinseriti nella società senza misure di sicurezza che tutelino la collettività».