PESARO – Targa a Bettino Craxi, i sindacati di polizia accusati in Parlamento di aver interferito con le elezioni regionali.
L’intitolazione dei giardini di piazzale Matteotti al leader socialista ha creato non pochi malumori e gesti di insofferenza, tanto che anche il Siulp e il Silp Cgil erano intervenuti sul tema. Marco Lanzi e Pierpaolo Frega tornano sull’argomento alla luce di una interrogazione parlamentare.
«Lo scorso 31 luglio intervenimmo sull’intitolazione a Bettino Craxi di un importante spazio pubblico cittadini deliberato dalla locale giunta comunale. Sottolineammo come anche i sindacati di polizia avessero il diritto dovere di difendere valori di legalità e giustizia e che, pertanto, le vie, le piazze e i luoghi pubblici dovessero essere intitolate a persone rappresentanti un punto di riferimento, soprattutto per le nuove generazioni. A nostro parere, una persona condannata più volte dalla giustizia italiana e sottrattasi all’arresto con una fuga all’estero non rispondeva a questi requisiti. Abbiamo appreso che il Gruppo Italia Viva – Psi (primo firmatario Nencini Riccardo), ha presentato una interrogazione parlamentare al Senato, indirizzata al Ministro dell’Interno, con la quale, in sintesi, ci accusa di aver interferito nelle recenti elezioni regionali e di aver fatto propaganda politica.
Sono accuse infondate. Già in tempi non sospetti, lo scorso febbraio, intervenimmo chiedendo di intitolare una strada ad Emanuela Loi, la prima poliziotta vittima dalla mafia, anziché a Bettino Craxi. Con il nostro comunicato abbiamo semplicemente pensato di esprimere il nostro parere su una vicenda che per alcuni giorni è stata al centro di numerosi ed accesi dibattiti e sulla quale sono intervenute tante altre associazioni, sindacati e cittadini.
E tuttavia, con la partecipazione a tali dibattiti, non abbiamo espresso alcuna valutazione politica, non era nostra intenzione entrare nel merito delle valutazioni e delle determinazioni di legittima competenza dell’Amministrazione comunale, né tanto meno esprimere riserve o censure sull’operato della Prefettura che ha autorizzato l’intitolazione
dello spazio pubblico al termine di un’istruttoria improntata al pieno rispetto della normativa vigente».