Pesaro

Pesaro, il centro storico resiste: c’è chi lascia il posto fisso per aprire un negozio e chi rinnova

I piccoli negozi lasciano il posto ai franchising. Cna: «Esempi virtuosi in un contesto in cui i centri perdono fascino»

l’inaugurazione del nuovo negozio “Orafi Semprucci” con le due titolari dell’attività Simona e Silvia e l’assessore Daniele Vimini

PESARO – Resistere e rilanciare: il centro storico è ancora vivo. Ecco il caso della dipendente con posto fisso che si licenzia dal suo lavoro per subentrare ad una attività commerciale che stava per chiudere i battenti. Ora ha inaugurato un negozio di articoli per la casa. Ma anche quello dell’oreficeria pesarese (Orafi Semprucci di Simona e Silvia), che non solo sceglie di rimanere in centro, ma che rilancia e decide di trasferirsi nell’ancor più centrale Corso XI settembre. Saracinesche che, in controtendenza, non vengono chiuse. Ma restano fari in centro storico.

Sono solo gli ultimi due esempi virtuosi di resilienza che dimostrano come si possa credere ancora nell’importanza dell’artigianato e del piccolo commercio come presidio insostituibile dei centri storici. E come possa esistere un futuro ‘altro’ rispetto alla logica dominante dei centri commerciali e alla perdita di identità determinata dalla globalizzazione.

Per Cna di Pesaro e Urbino si tratta di esempi virtuosi che indicano come finalmente si sia innescata un’inversione di tendenza. «Finalmente – dice il direttore, Claudio Tarsi – si torna a comprendere come botteghe, laboratori artigiani, negozi di prodotti tipici e locali, piccolo commercio siano elementi indispensabili per riconoscere l’identità di un territorio. Con “Artigiani al centro” stiamo da tempo portando avanti iniziative in tutte le città della provincia (lo abbiamo fatto in questi mesi a Pesaro, Fano e Urbino), per cercare – riprendendo una famosa espressione – di “rimettere la Chiesa al centro del villaggio».

I numeri del Centro studi della CNA hanno dimostrato come in questi ultimi dieci anni vi sia stato ovunque un sistematico “spopolamento” delle attività legate all’artigianato e al piccolo commercio in fuga dai centri storici dove invece sono proliferate aperture di catene commerciali, di brand con sedi legali e fiscali fuori dall’Italia, attività in franchising, bazar multietnici che hanno fatto perdere progressivamente identità e fascino ai centri storici delle nostre città. Non solo: l’abbandono delle piccole attività artigianali e del commercio hanno portato anche alla perdita di veri e propri presìdi sociali delle nostre comunità. Uno dei motivi che hanno portato alla moria di attività sono stati certamente anche i prezzi delle locazioni.

«Affitti troppo alti – dice il direttore Tarsi – che non consentono a chi ha piccole attività di poter restare aperti. Occorre per questo una politica incentivante che coinvolga anche le amministrazioni locali per trovare forme di agevolazione e sostegno (anche attraverso la riduzione delle tasse locali), di quelle attività che scelgono di rimanere o di riaprire in centro».  

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