PESARO – San Benedetto, il Comune acquista parti dell’immobile per iniziare il recupero.
L’emiciclo ha approvato all’unanimità anche l’“Acquisizione al patrimonio comunale di porzioni di immobili di proprietà dell’Azienda Sanitaria Territoriale Pesaro Urbino, per l’attuazione del bando nazionale PINQuA, facenti parte del “San Benedetto” e del compendio “Via Cattaneo”, presentata dall’assessore al Fare, Riccardo Pozzi, che si è detto «In parte soddisfatto, in parte preoccupato» per quanto la proposta di delibera porta con sé.
«Soddisfatto perché, a inizio mandato, in pochi pensavano che in 5 anni l’Amministrazione sarebbe stata in grado di partire con i cantieri previsti per tutti i grandi contenitori della città (penso a palazzo San Domenico, Almerici, Mazzolari Mosca e al San Benedetto) e rispettando le tempistiche del Pnrr: sono sfide inimmaginabili sia per la mole di lavoro, sia per le risorse che comportano». Della delibera in particolare Pozzi ha detto: «Con questa proposta il Comune acquista da Ast la porzione dell’edificio affacciata su corso XI Settembre (e che si allunga in parte su via Belvedere), per una spesa complessiva di 2,8 milioni di euro. Di questi 1,1milioni verrà corrisposto al momento del rogito e 1,6milioni verranno corrisposti sotto forma di opere di manutenzione straordinaria su una parte destinata ad ambulatori e uffici. Spazi che consegneremo entro il 31 marzo 2026 all’Ast che potrà usarli per 25 anni in comodato gratuito per poi diventarne proprietaria».
La proposta di delibera contiene 2 ulteriori inserimenti nel piano delle acquisizioni del DUP tra cui quello collegato al canale di finanziamento PINQuA di via Cattaneo in cui sono presenti 5 unità immobiliari di cui il Comune è comproprietario con Ast. Con la delibera, l’Amministrazione liquida Ast con 243mila euro (161mila di risorse PINQuA) diventando unica proprietaria delle 5 unità di via Cattaneo e per intervenire su 2 dei 5 immobili che lì insistono. «Portiamo avanti l’impegno sottoscritto con la Regione Marche – ha aggiunto Pozzi – con questa proposta che consente al Comune di partire per mettere mano alla propria parte di interventi su un complesso enorme che versa in uno stato di degrado. È un immobile che richiede che insieme al Comune ci siano Ast e Regione Marche per portare avanti gli impegni presi». È qui che si inserisce la preoccupazione dell’assessore: «Felici di aver portato in consiglio quasi tutti cantieri del PNRR ma c’è preoccupazione nella possibilità di vedere che un grande investimento come questo possa non dare quei frutti che ci tutti auspicavamo».
Il consigliere Redaelli critica: «Si fa fatica a capire perché, per portare avanti questo importante lavoro sinergico, l’Amministrazione continui a mettere le mani avanti, ponendo sul tavolo dei dubbi rispetto a una volontà comune, dichiarata con atti e parole. Se si pensa che gli altri soggetti interessati non possano fare la propria parte (cosa errata) la delibera poteva servire a risolvere la situazione».
Montesi ha rilevato: «Mi rivolgo all’assessore regionale Aguzzi a cui chiedo se gli 1,1mln che il Comune assegnerà all’Ast per la parte del Corso, si possano usare dalla Regione per finanziare opere di messa in sicurezza delle parti del complesso affacciata su via Mammolabella, in uno stato fatiscente.
Giulia Marchionni ha evidenziato: «Risultato che portiamo a casa anche grazie all’intervento della Regione Marche. L’assessore regionale ci ha messo nelle condizioni di poter fare un passo importante. Passo che il precedente governatore della Regione, che conosceva bene il tema, non era riuscito a far compiere». «Cerchiamo di lavorare in maniera proficua senza andare sempre allo scontro e senza sottolineare sempre che manca qualcosa».
Il consigliere Bellucci ha spiegato: «Ora bisogna dare le gambe all’articolo 4 del Protocollo che impegnava l’Asur a realizzare il recupero edilizio della porzione tra via Belvedere e Mammolabella da destinare agli uffici direzionali dell’Azienda. Abbiamo perso una marea di tempo, che dobbiamo recuperare con le risorse che ci sono e con altre ancora da trovare».
Mattioli ha puntato il dito sulla Regione: «Riusciamo a intervenire sul San Benedetto grazie allo spacchettamento importante fatto in precedenza. La preoccupazione sollevata in commissione sul tema del certificato di agibilità ha animato la Maggioranza. La proprietà interessata dalle operazioni del Comune confina con edifici fatiscenti che hanno soffitti crollati di proprietà della Regione. C’è una responsabilità amministrativa che impone il rispetto della sicurezza degli edifici pubblici». Mattioli si chiede «Perché la Regione non ha fatto l’operazione che il Comune è riuscito a fare?».