PESARO – Due ore di camera di consiglio per confermare anche in corte d’assise d’appello l’ergastolo a Zakaria Safri, il 38enne accusato dell’omicidio di Sabrina Malipiero, la donna uccisa a coltellate il 13 luglio 2018 in via Pantano.
I suoi legali Francesca Biagioli e Gianluca Sanchini hanno chiesto il rinnovo delle prove e sollevato dubbi sul giudizio immediato. Discussione anche su una registrazione whatsapp finita agli atti perché mandata da Sabrina nei momenti prima della morte in cui si sente una voce maschile. Il perito ha parlato di blanda compatibilità con quella di Safri. Safri ha continuato a professare la sua innocenza. Ma i giudici hanno ricalcato la sentenza di primo grado.
Safri era stato condannato all’ergastolo in primo grado a Pesaro per l’omicidio della donna con 11 coltellate. Era caduta l’aggravante della crudeltà ma non quella legata ai futili motivi. Un omicidio legato alla droga, ma che per il pm aveva anche una marca femminicida perchè Sabrina avrebbe respinto le avances dell’uomo.
Tra le prove, il dna di Safri trovato sotto le unghie di Sabrina. Ma anche sui coltelli con cui l’ha uccisa. E ancora la questione delle immagini di videosorveglianza di una macelleria che vedono Safri arrivare in via Pantano nell’orario compatibile con l’omicidio.
I legali annunciano il ricorso in Cassazione.