PESARO – Oltre 50 locali hanno affisso lo striscione con l’hashtag #cosiprovatecivoi. Più che una protesta una richiesta di attenzione rispetto all’apertura dei locali prevista il 1° giugno. Bar, ristorantini del centro e del mare preoccupati per le bozze del decreto pronto ad uscire con le regole da seguire. Si tratta perlopiù di esercizi stagionali che fanno della convivialità il loro punto focale per poter fare business.
Marco Paolini del ristorante Arcobaleno è il portavoce del gruppo del comparto della piccola e media ristorazione: «Quello che volevamo fare con questa iniziativa è sensibilizzare le istituzioni, la nostra è una richiesta di attenzione e un punto di inizio per poter incontrare il Comune e gli enti pubblici. Sappiamo che è difficile a livello centrale, ma vorremo chiarezza. Alle bozze che abbiamo visto rispetto alle disposizioni per le aperture dei locali, ci siamo resi conto che faremo fatica a garantire una stagionalità. E’ arduo pensare di garantire un servizio con dehors esterni. Noi non siamo dei locali da assembramento, piuttosto creiamo aggregazione conviviale e se non ci sarà questa possibilità i bar, ristoranti. locali da aperitivi saranno in grave difficoltà. C’è una enorme responsabilità per noi, per i fruitori e per il personale. E tutto è difficile conciliare. Tanti di noi vogliono capire se conviene aprire o restare chiusi. Purtroppo questa è una delle ipotesi».
Altro tema le tasse. «Non possiamo pagare con lo stesso carico degli altri anni la tassa sul suolo pubblico o la tari, è un peso insostenibile. Dobbiamo rivedere i nostri locali e sicuramente avremo una capacità molto ridotta. Alcune nostre stime ci fanno pensare che per questa stagione il fatturato potrebbe essere circa un terzo rispetto agli altri anni. Il tutto con un aumento di costi non indifferente per l’aspetto sanitario. È molto difficile, vogliamo farci sentire e avviare un confronto costruittivo».
E poi ci sono anche i dipendenti e tutti gli stagionali che lavorano nel comparto a cui si rischia di dover negare un contratto o una collaborazione. Una giungla di regole che potrebbe far saltare il banco, con la preoccupazione di chi gestisce un’attività imprenditoriale ma ha mutui, affitti e spese da pagare.