PESARO – Il terremoto ha acceso di nuovo i riflettori sulla questura, interessata da controlli e crepe.
I segretari dei sindacati di Polizia intervengono sull’urgenza della questione. Pierpaolo Frega del Silp Cgil sottolinea: «Francamente avremmo fatto a meno del terremoto, ma se serve a riparlarne e porre la questione, ben venga. Il terremoto certifica l’idoneità del palazzo, della sicurezza e della sua precaria manutenzione. Negli anni i questori, purtroppo per loro, responsabili della sicurezza, che si sono succeduti, di fatto, sono come medici al capezzale di un moribondo senza speranza, imploranti che non deceda durante il loro turno.
Senza contare che ove i sopralluoghi che si stanno succedendo e se lo sciame sismico continuerà a farci compagnia, rischieremo col tempo, inagibilità di uffici, nella migliore delle ipotesi, piani interi nella peggiore e cornicioni sempre più pericolanti».
Per Frega «questo è finalmente il conto che la politica, indifferente, oggi deve pagare, ma a farne le spese sono i lavoratori e i cittadini come sempre. La soluzione prospettata della caserma se deve essere, sia, ma ci chiarissero alcuni dubbi: la metratura e la tempistica. I metri così come prospettati sono totalmente insufficienti, mancano accessi, parcheggi e alloggi. Dopo l’annuncio ad oggi non se n’è fatto ancora nulla, se non sparando cifre a casaccio, delle quali l’80% sono destinate alla ristrutturazione ed ampliamento del battaglione “Pavia”, ivi compreso, sembra un asilo. Fate chiarezza e diteci come stanno le cose».
Marco Lanzi, segretario del Siulp attacca: «Oramai il tempo è scaduto: siamo arrivati al punto di non ritorno. I locali della questura di via Giordano Bruno e quelli distaccati di via Giusti sono attualmente privi di riscaldamento: l’impianto, costituito da vecchie caldaie, si è bloccato. È talmente vecchio che reperire i pezzi di ricambio costituisce un’impresa. A causa delle basse temperature siamo costretti a lavorare indossando sciarpe e cappotti.
A causa della burocrazia necessaria per richiedere i fondi e le necessarie autorizzazioni è quasi impossibile ottenere interventi tempestivi. Quando piove con intensità, come avvenuto recentemente, vaste chiazze di umidità compaiono in vari locali. Le pareti di molti locali sono permeati da muffe: sala Volanti, ufficio passaporti, ufficio denunce, solo per fare alcuni esempi.
Problemi analoghi li stanno vivendo anche i colleghi del Commissariato di Fano che hanno trascorso quasi una estate intera senza alcun sistema di climatizzazione e che in questo momento si ritrovano al freddo a causa della rottura di un bruciatore. Infine, il recente terremoto ha provocato vari danni interni ed esterni alla struttura della Questura che, tra le altre conseguenze, ci ha obbligato ad interdire al pubblico l’ingresso principale dell’Ufficio passaporti».
Per Lanzi «è inaccettabile che la struttura ove sono ubicate la Sala Operativa e la Sala unità di Crisi, non sia antisismica e rischi di essere una delle prime a crollare in caso di un terremoto più intenso e ravvicinato rispetto a quello che abbiamo appena vissuto. Il SIULP Pesaro denuncia con forza queste inaccettabili condizioni di lavoro che anno dopo anno vedono un progressivo ed inesorabile deterioramento. Più di trent’anni di assenza di decisioni e di proposte di valide alternative hanno impedito la costruzione della Nuova Questura. Il Sindaco ha definito un “risultato storico” l’accordo tra Agenzia del Demanio, Ministero della Difesa e dell’Interno, Prefettura e Comune di Pesaro per una nuova sede all’interno della Caserma Cialdini, in viale della Liberazione. Se l’attuale progetto non sarà profondamente rivisto rimarremo fermi all’ennesimo annuncio e i cittadini della nostra provincia e le lavoratrici e i lavoratori della Polizia di Stato continueranno ad avere una Questura che cade letteralmente a pezzi».