PESARO – Si impicca in cella, salvato dagli agenti di polizia penitenziaria. Nella notte tra sabato e domenica il tempestivo e professionale intervento, prima della Polizia Penitenziaria poi del personale Sanitario, nella Casa Circondariale di Pesaro ha consentito di salvare un detenuto che aveva tentato di togliersi la vita.
La notizia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, per voce del Segretario Regionale per le Marche Nicandro Silvestri che aggiunge: «Il detenuto ha tentato il suicidio a mezzo impiccamento nel bagno della cella con un rudimentale. Ormai privo di sensi, per la velocità dell’intervento del personale di Polizia Penitenziaria e del medico di guardia sono state immediatamente praticate le procedure di primo soccorso e rianimazione che hanno avuto successo. Ecco, questa è la Polizia Penitenziaria: pronta ad agire con gli altri operatori e con gli stessi detenuti per tutelare la vita dei ristretti. Questa è comunità, ma nel rispetto dei difficili ruoli che ognuno viene chiamato a svolgere per la propria parte di competenza. Il compiacimento del SAPPE va incondizionatamente ai colleghi di Pesaro ed ai sanitari che hanno restituito alla vita un essere umano vinto dalla disperazione: speriamo che venga loro riconosciuto il giusto valore attraverso una ricompensa ministeriale».
Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe esprime apprezzamento per la professionalità dimostrata dai poliziotti penitenziari del carcere di Pesaro e commenta: «L’ennesimo tentato suicidio di una persona detenuta, sventato in tempo dalla professionalità ed attenzione dei poliziotti, dimostra come i problemi sociali e umani permangono, eccome, nei penitenziari. Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 21mila tentati suicidi ed impedito che quasi 170mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze. Questo è quel che fanno tutti i giorni le donne e gli uomini del Corpo: salvare la vita ai detenuti che tentato di togliersi la vita in cella».
E denuncia: «Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano di eventi critici nelle carceri del Paese. Se gli attuali vertici non sono in grado di garantire l’incolumità fisica ai poliziotti penitenziari ed ai detenuti devono dimettersi tutti. Le carceri sono in ebollizione continua e l’Amministrazione Penitenziaria ha affidato le politiche penitenziarie ai Garanti dei detenuti, facendo venire meno la sicurezza delle strutture. È una vergogna! Fare il poliziotto penitenziario in carcere è sempre più pericoloso e noi ci sentiamo abbandonati da tutti: dalle Istituzioni, dalla politica e soprattutto dal Ministero della Giustizia e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria».