PESARO – Condotta antisindacale, azienda condannata. La sentenza della Corte d’appello di Ancona condanna la società Gsa e ha dichiarato antisindacale la condotta nei confronti della Filcams Cgil di Pesaro e Urbino.
È proprio il sindacato a raccontare i fatti. La sentenza conferma le ipotesi avanzate dall’organizzazione sindacale ed esplicita come l’antisindacalità della condotta tenuta da Gsa S.p.a. sia “consistita nell’omessa informativa e nel mancato avvio della consultazione sindacale in via preventiva rispetto al trasferimento disposto nei confronti dei propri dipendenti”.
Nel gennaio 2023 la società, in seguito alla cessazione del servizio di appalto intercorso con la committente AST di Pesaro e Urbino, inviava le comunicazioni di trasferimento, ossia di spostamento della sede lavorativa nelle zone di Firenze e Forlì, a tutti i dipendenti dell’appalto, andando così ad eludere le procedure di informazione e consultazione sindacale previste dalla normativa, rendendo impossibili le agibilità sindacali in seno alle reali possibilità di azione per la salvaguardia dell’occupazione.
«Questa sentenza rimette al centro il ruolo attivo del sindacato, – dichiara Roberto Fiscaletti, segretario generale della Filcams Cgil Pesaro e Urbino – poiché stabilisce che la comunicazione da parte aziendale deve avvenire in via preventiva e non solo ex post. Siamo soddisfatti – aggiunge-, in questo modo viene posto un freno all’utilizzo indiscriminato dei trasferimenti in chiave alternativa al licenziamento, da parte delle aziende che hanno diverse unità produttive in vari territori e utilizzano la leva del trasferimento come strategia utile a escludere l’organizzazione sindacale dai tavoli preposti al confronto».
La normativa prevede infatti che le informazioni vengano condivise preventivamente con organizzazioni sindacali e non solo successivamente, a maggior ragione in quelle situazioni in cui le condizioni di lavoro sono già difficili e delicate, come appunto accade per i lavoratori degli appalti di servizi. La sentenza stabilisce e riafferma che di fronte a cambiamenti rilevanti nell’attività di impresa – come appunto la cessazione di un appalto -, sia l’impresa stessa ad avere l’obbligo di informare le organizzazioni sindacali, condizione necessaria affinché queste ultime possano poi, attraverso il confronto, individuare e promuovere tutte le soluzioni idonee a contrastare e diminuire l’impatto di tali condizioni sui lavoratori.