Pesaro

Pesaro, due tavole quattrocentesche donate da Marco Honegger

Si tratta di due donazioni dell'industriale tessile, viaggiatore, appassionato. Per l’assessore Vimini: «Siamo colpiti dal gesto»

Maestro della Madonna Carminati Incoronazione della Vergine

PESARO – Due nuove opere ai Musei Civici. Si tratta di due preziose tavole tre-quattrocentesche donate al Comune grazie al legato testamentario di Marco Honegger (1961- 2017), collezionista appassionato di Rossini e assiduo frequentatore della nostra città: Allegretto di Nuzio detto Nuzi  (Fabriano, 1315 ca.-1373), Imago Pietatis, tempera su tavola, 1340-1350 ca., cm 80×40, provenienza collezione Carlo Carminati – donazione Marco Honegger; Maestro della Madonna Carminati (Antonio Orsini?) Incoronazione della Vergine, tempera su tavola, 1430 ca., cm 55×70, provenienza collezione Carlo Carminati – donazione Marco Honegger.

Nato a Milano, di cittadinanza svizzera ed erede della Famiglia Carminati – industriali tessili italiani del Novecento che introdussero la lavorazione industriale del cotone, filantropi e collezionisti d’arte – Marco Honegger è stato imprenditore, viaggiatore, appassionato conoscitore della musica così come delle altre arti. La sua passione per l’opera lirica e per Rossini lo ha portato a Pesaro, luogo che egli ha da subito amato, raccogliendo intorno a sé amici da tutto il mondo.  

Nuzi Imago Pietatis

Entrambe restaurate, le due opere sono di dichiarato interesse storico artistico ai sensi dell’art. 12 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e appartenevano alla raccolta di Carlo Carminati, nonno di Honegger. Le tavole saranno visibili nella Sala Bellini di Palazzo Mosca per tutto il mese di agosto per poi entrare a far parte del percorso espositivo in modo permanente. Le nuove acquisizioni accrescono il valore storico e culturale del museo e, in particolare, contribuiscono ad arricchire il fondo delle tavole tre-quattrocentesche, provenienti in parte dalle soppresse congregazioni religiose cittadine, in parte dalla collezione Hercolani-Rossini giunta a Pesaro nel 1883 con il testamento di Gioachino Rossini. 

Il commento dell’assessorato alla Bellezza

Così Daniele Vimini, vicesindaco e assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro: «Siamo sempre colpiti dalle donazioni di privati che sono per noi atti eccellenti che testimoniano il senso di comunità e la volontà di contribuire alla bellezza di un territorio. D’altra parte è proprio attraverso le donazioni che il ricchissimo patrimonio dei Musei Civici pesaresi si è costruito ed è cresciuto nei secoli; dunque una tradizione di civiltà che si rinnova nel tempo. Ci auguriamo quindi che iniziative di questa importanza siano di esempio e possano spingere anche altri a compiere gesti dal valore altissimo per una società». 

Il restauro delle due tavole si è concluso nel maggio 2020.L’intervento conservativo sull’Incoronazione di Maria Vergine è stato sostenuto dal Comune di Pesaro, mentre il restauro dell’Imago Pietatis è stato finanziato – attraverso lo strumento governativo dell’Art Bonus – da un mecenate privato: l’avvocato Bianca Manuela Gutierrez, titolare dello studio legale che ha collaborato alla formalizzazione dell’atto.

Schede sintetiche delle opere 

Allegretto di Nuzio detto Nuzi (Fabriano, 1315 ca. – 1373) svolge un’intensa attività come autore di dipinti su tavola e come frescante nella seconda metà del Trecento a Fabriano. Dopo l’iniziale formazione fabrianese si reca a Siena e poi a Firenze, dove è documentato nel 1346. Nelle due capitali del gotico italiano, matura l’iniziale formazione giottesca arricchendo il suo linguaggio con l’elegante gusto decorativo del senese Ambrogio Lorenzetti e le morbide tonalità cromatiche del caposcuola fiorentino Bernardo Daddi. Un trionfo di preziose decorazioni punzonate sull’oro che ornano personaggi abbigliati con sete e lampassi finemente ornati. Il dipinto di Allegretto faceva in origine parte di un dittico, ora separato, costituito da una Madonna con Bambino, conservata nella collezione Fornari. 

La tavola del Maestro della Madonna Carminati proviene dalla collezione ferrarese Costabili e testimonia l’ambiente in cui opera il pittore, che nell’impaginazione iconografica della tavola si dichiara apertamente esponente del tardogotico emiliano. Il dipinto è da collocarsi cronologicamente intorno al 1430; già attribuito a Gentile da Fabriano, è stata prospettata un’ipotesi di attribuzione anche ad Antonio Orsini, uno dei protagonisti dell’ultimo periodo gotico a Ferrara prima dell’arrivo di Piero della Francesca, Jacopo Bellini e Roger Van der Weyden, Raffigura l’Incoronazione di Maria Vergine, affiancata da due coppie di angeli musicanti, e nell’alto la scena dell’Annunciazione, con Dio Padre, l’Angelo e l’Annunziata, racchiusi entro il motivo decorativo di due piccoli cerchi.