PESARO – Mai abbassare la guardia contro il rischio di incendi boschivi sul San Bartolo, specie durante la stagione del caldo e dell’afflusso turistico, nel parco regionale che ha pagato a caro prezzo la devastazione delle fiamme nell’agosto del 2017, quando è andata in fumo parte della riserva protetta, con residenti e villeggianti evacuati insieme a campi, sterpaglie e arbusti secchi di ginestre distrutti. Un rogo violento che difficilmente si dimentica.
«È indispensabile riproporre alcune regole di comportamento per chi vive nella nostra area protetta o la frequenta – si appella al buonsenso il presidente dell’ente Parco Silvano Leva –, bisogna infatti essere consapevoli che il maggior numero degli incendi è dovuto alla sbadataggine e al menefreghismo. Di grande importanza nell’attività di prevenzione sono quindi gli interventi che favoriscono il mantenimento di un alto livello di attenzione da parte di chi abita e lavora nel parco. Un ventaglio di raccomandazioni in nome della sicurezza che va dalla divulgazione, fino alla educazione ambientale, anche nelle scuole. Un’attività rivolta alla cittadinanza, agli agricoltori, ai ristoratori, ai titolari di attività economiche, e a chi frequenta il San Bartolo, per esempio gli escursionisti, i ragazzi che raggiungono le spiagge, i villeggianti».
Comunicazione e sensibilizzazione in materia di incendi boschivi si basano sul gioco di squadra. «Il Parco è patrimonio di tutti e ognuno deve aiutare a proteggerlo – sottolinea Silvano Leva -. Con lo scopo di prevenire il rischio di incendi ci sono due divieti fondamentali da rispettare. Primo, è proibita l’accensione di fuochi e falò all’aperto, specie in riva al mare e nelle zone dove la vegetazione è più secca, compresi l’uso di barbecue al di fuori delle aree di pertinenza delle abitazioni e il ricorso alle lanterne cinesi in carta velina. Secondo punto, si vieta la sosta e la circolazione nelle piste o nei percorsi secondari quali carrarecce, sentieri, itinerari forestali, nonché su altri ambienti interdetti».
L’Ente Parco chiede inoltre di non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi accesi in prossimità di boschi, radure e zone incolte, e a non parcheggiare l’auto nelle superfici coperte da vegetazione secca. Chiunque abbia notizia dell’insorgere di un incendio è tenuto a informare, con il mezzo più rapido possibile, il vicino comando dei vigili del fuoco o altro ufficio di pubblica sicurezza. I contatti telefonici sono 115 vigili del fuoco, 112 numero unico d’emergenza e 113 soccorso pubblico.
Una rete di protagonisti che amano il Parco uniti nel rispetto di una sorta di decalogo: non appiccare fuochi nei boschi; assicurarsi che le fiamme eventualmente accese in aree autorizzate (come quelle per i picnic) siano completamente spente prima di allontanarsi; non bruciare residui vegetali in giornate asciutte e ventose; non utilizzare fuochi pirotecnici quando il rischio è più elevato; scoraggiare la pratica della bruciatura delle stoppie e dei residui vegetali; non fumare nelle zone più a rischio; non gettare mozziconi di sigarette dai finestrini delle auto e dalle moto; divieto di campeggio fuori dalle aree autorizzate; non occupare la viabilità impedendo il passaggio degli automezzi; segnalazione immediata una volta avvistato un focolaio.
«Tutto questo nella convinzione che la lotta agli incendi si possa affrontare solo con un impegno condiviso e un’attenzione costante alle norme che regolano i comportamenti da seguire – conclude il presidente Leva -. Occorre rafforzare il rapporto tra cittadino e istituzioni, con particolare riferimento ai canali da attivare in caso di situazioni a rischio».