Pesaro

Pesaro, estetisti e parrucchieri in rivolta. La Cna: «Si apra prima o si rischia il collasso del settore»

Il segretario della confederazione Moreno Bordoni: «Chiederemo a Governo e Regione di anticipare la data del 1 giugno. Gli operatori possono dare da subito garanzie di sicurezza»

PESARO – La riapertura è prevista per il 1 giugno, ma l’allarme è che molte attività rischiano di non riaprire. Ci riferiamo ad acconciatori ed estetisti. La protesta sta montando tanto che Cna Pesaro e Urbino ha raccolto le posizioni degli associati e parla si una “levata di scudi” riferendosi a operatori e delle operatrici dei centri di acconciatura e di estetica della provincia. Una sorta di sollevazione in tutta la provincia dopo la firma dell’ultimo Dpcm, con il quale si rinvia al primo giugno la riapertura delle attività che si occupano della cura e benessere della persona.

«Facendoci carico della rabbia e del disagio della categoria – afferma il segretario della Cna di Pesaro e Urbino, Moreno Bordoni – ci adopereremo in tutte le sedi affinché la categoria non venga ulteriormente penalizzata».

«Chiederemo con forza, attraverso un accorato appello anche alla Regione Marche e insistendo a livello nazionale anche sul Governo, una diversa programmazione della ripresa delle attività in modo da consentire ad acconciatori e centri estetici una riapertura più ravvicinata nell’ambito della calendarizzazione dell’avvio della fase 2. È incomprensibile come nei loro confronti ci sia una totale disattenzione da parte del Governo».

La Cna chiede che acconciatori ed estetiste possano riprendere a breve la loro attività. Il comparto, a tutela di clienti e dipendenti, può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie.

Bordoni dice: «Le imprese sono ormai allo stremo delle forze e le loro condizioni finanziarie sono così gravi da destare preoccupazione anche sul fronte della tenuta sociale di scelte scellerate come quella di una chiusura così prolungata. Le imprese non riusciranno a resistere ancora per molto. È quanto mai necessario che il Governo dia subito segnali chiari e risposte certe».

La disperazione si sta trasformando in rivolta. «Chiediamo al Governo di lanciare un messaggio immediato rassicurando le imprese sulla definizione di una prossima, e certa, riapertura. Stiamo parlando di un settore in ginocchio, che è stato uno dei primi a chiudere i battenti, alle prese con un notevole danno economico e con l’insidia dell’avanzata e diffusione dell’esercizio abusivo della professione. Rispetto a questo fenomeno, che ha anche una rilevanza sociale in quanto mette a repentaglio la sicurezza pubblica chiediamo – conclude il segretario della Cna – che le autorità competenti intensifichino i controlli per arginare questa pratica illegale, che, lo ribadiamo, non è solo una questione di concorrenza sleale».

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