PESARO – Che tipo di città turistica vuole essere Pesaro. Gli albergatori si sono riuniti al rinnovato Hotel Charlie di viale Trieste e avanzano richieste all’amministrazione comunale.
Il presidente Apa Hotels Paolo Costantini è partito dalla «brusca frenata delle prenotazioni in seguito all’alluvione. Dopo una bella partenza, il timore che le acque non siano balneabili o siano sporche, ha generato una svolta negativa sull’afflusso di turisti. La città deve essere in grado di invertire la rotta con una comunicazione chiara. Ad oggi abbiamo un -25% di presenze e questo ci preoccupa».
Altro tema quello della movida. L’ordinanza sui decibel e gli orari della musica non è abbastanza per gli operatori. «Servono controlli altrimenti questo crea disagi ai turisti. Vigili urbani, Prefettura e Questura devono far applicare le regole. Abbiamo ospiti che lasciano le strutture perché non riescono a riposare. Questa non è una perdita solo per l’hotel, ma per tutta la città».
Tema che ha innescato una serie di considerazioni sul tipo di turismo per la città.
Nardo Filippetti, titolare della Lindbergh Hotels ha sollevato la questione. «Pesaro è sconosciuta. Ad oggi non è una destinazione turistica. Se la cerchiamo su internet non appare neanche come meta balneare. Quindi per noi operatori è difficile stimolare una domanda che non c’è. Vogliamo essere ascoltati dall’amministrazione. Chiediamo che vengano definite delle linee guida sul tipo di turismo che vogliamo per Pesaro. Non possiamo essere la città delle famiglie e della vacanza tranquilla e allo stesso tempo avere il divertimentificio sotto gli hotel. Questo non si può conciliare. Ci devono dire che tipo di turismo vogliono e noi di conseguenza andremo a cercare i clienti in quella fascia».
Concetto ampliato anche da Fabrizio Oliva, ex presidente Apa Hotels. «Oggi il turismo e l’accoglienza valgono il 20% del Pil della città, ma manca una programmazione a partire dal lungomare. Serve una visione di lungo periodo, non un’isola pedonale 24h provvisoria e posticcia. Siamo l’unica città della costa che non ha un lungo mare risistemato. I lavori in piazzale D’Annunzio sono in ritardo e la stagione è ormai già entrata nel vivo».
Il commerciante Fazi ha insistito sul fatto che manchi «un progetto organico di decoro. Va rivisto il concetto di isola pedonale h24 perché così facendo questo spazio finisce per essere lasciato nelle mani di tanti ragazzini che provocano problemi di ordine pubblico e si sentono impuniti perché non imputabili. Chiediamo controlli ai vigili urbani, Prefetto e Questore».