PESARO – Primo giorno di Green Pass, il bilancio. I settori più colpiti dalle assenze sono quelli della metalmeccanica.
Il segretario Cisl Maurizio Andreolini sottolinea che «a quanto ci risulta le mancanze sui luoghi di lavoro sono state circa del 10%. Non sappiamo se tutte siano dovute alla mancanza del green pass, ma una percentuale di questa è imputabile proprio alla certificazione verde. E se stimiamo che in provincia di Pesaro ci sono 100 mila lavoratori, circa 8-10 mila non erano sul luogo di lavoro. Sicuramente c’è una sacca di resistenza al vaccino ma anche chi potrebbe non essere riuscito a prenotare un tampone. Abbiamo segnalato questo problema: una differenza alta tra l’offerta e la domanda di test. Sono circa 15 mila i lavoratori senza pass in provincia».
Davanti ad alcune industrie metalmeccaniche si sono formati alcuni sit in spontanei e pacifici. Erano composti da operai sprovvisti di certificazione verde, che si sono trattenuti intorno ai cancelli per manifestare la loro contrarietà verso il provvedimento governativo.
Giuseppe Lograno della Fillea Cgil parla di una situazione più contenuta nel comparto del legno. «Npn abbiamo ravvisato grossi problemi. Le assenze erano poche».
Ma c’è già chi si sta tutelando in altre sedi come spiega l’avvocatessa Isabella Giampaoli: «Diversi lavoratori non ci stanno e con coraggio non vogliono scendere a compromessi e si sono subito sospesi. Alla Biesse abbiamo inviato una lettera di messa in mora all’azienda per evidenziare che un decreto non può superare un contratto nazionale di lavoro e che quindi gli stipendi che ora vengono sospesi, dovranno essere pagati in seguito. Siamo pronti e determinati ad andare in fondo, in tutte le sedi: daremo battaglia. Seguo anche altri 50 lavoratori nei comparti edili e metalmeccanici impegnati in aziende terziste e più piccole. Diciamo no a questa discriminazione illegale, in contrasto con norme di rango superiore».
Il sindaco di Pesaro Matteo Ricci parla di massima collaborazione in Comune per i controlli sul pass. E non rileva particolari disagi. «Le città italiane non possono essere bloccate dalla decisione di una minoranza di non vaccinarsi. Se stiamo riuscendo a limitare gli effetti drammatici della pandemia e riprendendo una vita normale è proprio grazie al rigore sul green pass. Ora che l’Italia si è rimessa in moto non si può mollare sui tamponi gratuiti: chi si è vaccinato è responsabile, non fesso».