Pesaro

Pesaro, intitolazione di un luogo pubblico a Berlusconi: “no” del Consiglio. «Condanne e figura divisiva»

Scontro tra maggioranza e opposizione. Per il centrodestra: «Ha contribuito allo sviluppo». Il Centrosinistra: «Personaggio sessista»

Silvio Berlusconi (foto da profilo Facebook ufficiale)

PESARO – Intitolare un luogo pubblico a Silvio Berlusconi, il Consiglio Comunale dice “no”.

È stata respinta, con 18 voti contrari e 10 i favorevoli, la mozione dei consiglieri Bartolomei, Dallasta e Marinucci per l’“Intitolazione di una via, piazza, giardino o altro luogo pubblico cittadino a Silvio Berlusconi”. «Berlusconi è stata una figura di rilievo nel panorama politico, economico, imprenditoriale e culturale italiano ed internazionale – spiega Bartolomei – ha contribuito in modo determinante allo sviluppo del Paese, segnando un’epoca e influenzando profondamente il dibattito pubblico e la vita sociale italiana. L’intitolazione di un luogo cittadino a Berlusconi sarebbe un gesto di riconoscimento del suo ruolo nella storia contemporanea, testimoniando l’importanza della sua figura nel contesto italiano». 

Il consigliere Bernardi ha prima ricordato la «Norma che prevede siano trascorsi 10 anni dalla scomparsa della figura per cui si richiede l’intitolazione; un tempo che consente di avere un’osservazione più lucida sulla persona»; poi ha detto: «intitolare uno spazio pubblico, implica un giudizio storico positivo e condiviso sulla figura e per Berlusconi non possono aversi. Il suo è stato un operato divisivo, accompagnato da condanne e polemiche che hanno spaccato il dibattito pubblico. Le intitolazioni dovrebbero essere momenti di unificazione della comunità, questa non può farlo». 

Per Malandrino (Fdi): «La Giunta è più o meno la stessa che qualche anno fa votò l’intitolazione di un giardino a Craxi. In quell’occasione a noi non è stato chiesto nulla, oggi che ci venga fatta la morale sul fatto che Berlusconi sia divisiva mi sembra eccessiva». 

Drago ha rilevato: «Come donna, questa proposta mi indigna. È un personaggio sessista e di poco rispetto nei confronti della figura femminile, e non credo sia possibile una cosa del genere». 

Cioppi invece ha ribadito: «Ricordo gli straordinari successi sportivi siglati dalle sue società e, in politica, il Piano Casa, che ha avuto ricadute positive seppur brevi. L’elenco delle cose “buone” fatte da Berlusconi si ferma qui, ed è troppo breve». E ancora, «Non si possono citare i successi della sua Mediaset, perché avvolti da dubbi e scandali con una discutibile ricaduta culturale di quel tipo di televisione».

Lugli (M5S) ha spiegato: «Rispetto per chi non c’è più. Ma devo ringraziare Berlusconi, perché il mio ingresso in politica era dettato dalla volontà di contrastare ciò che stava facendo». 

Redaelli di Fdi ha sottolineato: «La proposta di un riconoscimento a Silvia Berlusconi dev’essere accolta semplicemente con un applauso, 10 minuti di intervento sono troppo pochi per riconoscere una figura politica a cui l’Italia e Pesaro deve molto. Anche qualora non ci fosse condivisione per la sua figura, si dovrebbe valutare positivamente la proposta, almeno nei confronti dei tanti pesaresi che si sono riconosciuti e si riconoscono tuttora nella sua figura, nelle sue idee e nella sua politica». 

Per il Forzista Dallasta: «Il discorso democratico non si è visto nonostante siate del Pd» ha esordito. Poi: «Berlusconi ha dato lavoro forse anche a qualcuno qua dentro». E «Non giustifico interventi così faziosi; nemmeno quelli del M5S che oggi si dice sceso in politica per combattere Berlusconi quando in realtà all’inizio si proponeva contro il Pd. Berlusconi è meritevole di un riconoscimento, e comunque vada inaugureremo qualcosa anche senza il vostro permesso. Poi potrete rimuovere il giorno la targa. A quel punto faremo una conferenza stampa per parlarne». 

Gambini ha chiuso: «Berlusconi ha sicuramente lasciato una traccia importante, però è stato una figura che ha creato una grande frattura antropologica. Per molto tempo mi sono chiesto come certe persone non si rendano conto di alcune cose totalmente inaccettabili: dalla sua valutazione della donna alla confusione tra istituzioni e interesse personale». 

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