PESARO – Avevano investito soldi convinti di avere lauti interessi. Ma quei denari si sono volatilizzati. Si è arrivati a sentenza per il processo legato all’inchiesta della Guardia di Finanza “Piramide di carta”.
A processo per truffa e abusivismo finanziario, tre dei promotori finanziari che vendevano quote in provincia di Pesaro, legati alle società Vgm Business Ltd e la Innovative Investment Holding Ltd, tutte facenti capo a Vito Rizzo, già arrestato e giudicato separatamente (3 anni di condanna).
Si tratta di una donna di 33 anni, un uomo di 45 e un 42enne. I promotori finanziari, in concorso tra loro, offrivano ai risparmiatori contratti in quote multiple da 3.000 euro da destinare a operazioni immobiliari in Italia e soprattutto all’estero promettendo rendite mensili fino al 10% del capitale investito. Ma in realtà non ci sarebbe stato alcun investimento.
Investimenti di 6, 12 ma anche 18mila o 30 mila euro volatilizzati nel nulla. Sono 44 i pesaresi che ci sono cascati e 300 in tutta Italia. C’è chi si è costituito parte civile e spera di riavere dei soldi.
I tre sono accusati di promettere investimenti immobiliari in America e Germania, con lauti guadagni garantiti. Le loro pagine social mostravano una vita da sogno, incontri con investitori a bordo piscina.
L’inchiesta è nata perché i finanzieri avevano individuato alcune persone che svolgevano, nella provincia pesarese, un’attività illecita di collocamento di prodotti e strumenti finanziari per un valore complessivo di oltre 3.200.000 euro, promossa da varie società estere, registrate anche in “paradisi fiscali”.
I tre sono stati assolti: gli avvocati hanno fatto leva sul fatto che gli imputati non avrebbero operato come promotori senza averne titolo, ma come segnalatori. Addio risarcimenti.