Pesaro

Pesaro, ipotizzato il trasferimento di Pediatria a Fano. Mattioli: «Scenderemo in piazza con le mamme»

Riaperta dopo mesi di battaglie il 5 dicembre. La consigliera Pd: «Ansia e apprensione, sarebbe inaccettabile per il capoluogo»

L'ospedale di Pesaro

PESARO – Ipotizzata la chiusura di Pediatria a Pesaro con spostamento a Fano.

«La notizia che circola in questi giorni e mi auguro non corrisponda a verità – riferisce la capogruppo dem Anna Maria Mattioli – prospetterebbe nuovamente il trasferimento del reparto pediatrico-ginecologico dal San Salvatore al Santa Croce di Fano. Anni di battaglie politiche in consiglio comunale a colpi di mozioni e sit in pubblici, interrogazioni all’assessore regionale da parte dei consiglieri regionali Andrea Biancani e Micaela Vitri, e finalmente l’atteso annuncio di Saltamartini della riapertura del punto nascita a Pesaro avvenuta il 5 Dicembre scorso. Anche il consigliere regionale Nicola Baiocchi con una mozione aveva sollecitato di ripristinare le prestazioni ordinarie dell’Unità Operativa di Pediatria, di Ostetricia e Ginecologia, di Neuropsichiatria Infantile e di Fisiopatologia della Riproduzione dell’Ospedale San Salvatore che oltre ad essere state oggetto di importanti investimenti negli ultimi anni vantano personale d’eccellenza altamente qualificato. La riapertura del punto nascita a Pesaro – prosegue Mattioli – era prevista da una delibera regionale, con caratteristiche di qualità e personale medico e infermieristico pubblico. Un’ulteriore ragione per il mantenimento a Pesaro del reparto materno infantile sta nel fatto che la nostra città è il punto più Nord delle Marche e ciò rappresenta, offrendo tutta la qualità necessaria, un argine anche alla ormai crescente mobilità passiva verso Rimini».

Gli operatori sanitari che lavorano sui due presidi, lamentano grandi difficoltà per lo spostamento lavorativo tra Fano e Pesaro e esprimono forti dubbi su un nuovo eventuale trasferimento al Santa Croce; la struttura fanese necessita di lavori di riqualificazione, ha pochi posti letto e spazi molto ridotti, non è dotata di un reparto di chirurgia per eventuali emergenze e non riuscirebbe ad ospitare i bambini e gli adolescenti operati che sarebbero inevitabilmente ospitati nei reparti ordinari e non in quelli dedicati alle loro esigenze.

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