PESARO – La sede della Provincia verrà ristrutturata, non solo uffici pubblici ma anche appartamenti. E l’Ente pronto a traslocare con la suggestione del San Domenico.
Sì del Consiglio (con 16 favorevoli, 1 contrari e 8 astenuti) alla Variante sostanziale al Prg relativa all’area di proprietà della Provincia di Pesaro e Urbino in via Gramsci 4. Mila Della Dora, assessora con delega all’Urbanistica, ha spiegato: «La richiesta dell’Amministrazione provinciale era di valorizzare l’immobile con un intervento di demolizione e ricostruzione per il quale non si prevedono aumenti di cubature. La variante è richiesta per ampliare le destinazioni d’uso insediabili nell’edificio, ad oggi esclusivamente adibito a “Servizi tecnici e amministrativi”. La delibera propone di aggiungere le funzioni di Residenza, Servizi, Terziario alle destinazioni del fabbricato e, in deroga, le Residenze anche al piano terra dell’edificio. La Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio in sede di Conferenza di Servizi ha riconosciuto il valore architettonico dell’edificio (costruito nel 1964) prevedendo un intervento di sola riqualificazione (senza demolizione) dei 17mila mq dell’edificio interessato dalla variante (quello “nuovo” sede delle attività amministrative); ha inoltre indicato che dovrà essere mantenuta la destinazione pubblica della sala convegni posta al piano terra».
Sul tema è stata presentata una mozione di indirizzo con carattere d’urgenza dai Capigruppo di minoranza (respinta con 17 voti contrari e 8 favorevoli). Andreolli, l’ha presentata dicendo: «Stiamo parlando di due soggetti pubblici (il Comune chiamato a votare la Variante, la Provincia di Pesaro e Urbino come richiedente, ndr) con valenza politica ed è legittimo che l’uno ponga all’altro delle riflessioni sulle richieste fatte». «Si incide – ha continuato – su un contenitore collocato in punto strategico, in tessuto urbanistico e sociale importante, ed è da scongiurare il pericolo che rimanga vuoto». La mozione «chiede di avere una interlocuzione con la Provincia per manifestare 3 necessità: che il trasferimento degli uffici sia vincolato a una vendita e una progettualità sulla stessa; che la Provincia si attivi per una nuova sede in centro storico; che la Provincia eviti, in caso di mancata scelta conforme alla richiesta precedente, di incidere su un terreno ad oggi non edificato». Andreolli sottolinea che «Ci saranno delle criticità rispetto alla vendita» per cui bisogna ragionare bene sull’investimento da fare».
Sperindei ha evidenziato: «Il Presidente della Provincia ha collegato la vendita della sede di via Gramsci all’ex sede della Banca d’Italia. Edifici con datazione e ampiezza simili. Pensare di alienare un edificio senza una soluzione su dove trasferirsi mi sembra poco coerente».
Michele Gambini ha rilevato: «Il Presidente Paolini ha detto che la cessione sarà subordinata alla verifica strutturale. In ogni caso, noi siamo l’ente che ha potestà urbanistica e ci viene chiesta una variante alla destinazione d’uso per flessibilizzare, come successo in altri casi. Riteniamo la mozione inadeguata perché dare indicazioni alla Provincia di prevedere il trasferimento della sede prima della cessione, non è nelle nostre competenze e non è opportuno».
Giulia Marchionni ha fatto notare: «Dalla discussione è emerso il reale obiettivo dell’Amministrazione: non avete più l’obiettivo del costruire sul costruito. Con la mozione si indica alla Provincia che il Consiglio non condivide di trasferire la sede dell’ente in un terreno non edificato; un suggerimento che non è né fuori dalle linee, né fuori da quanto detto in Commissione».
Vanzolini: «Fatico a comprendere l’astensione su una delibera che cambia la destinazione d’uso di un immobile di un altro ente locale. Ci si aspetta ci si aiuti per quanto possibile».
Sulla delibera e sulla mozione di indirizzo presentata con carattere d’urgenza dai consiglieri di minoranza è intervenuto anche il sindaco di Pesaro Matteo Ricci: «Il nostro compito è quello di aiutare un altro ente pubblico, che ha un problema di sicurezza sulla sua sede. Se noi non facciamo nulla noi li aiutiamo. La prospettiva di quell’edificio è di uno stabile che verrà sgomberato con nessuna destinazione e nessuna possibilità di trasformazione». Poi continua: «penso che la Provincia debba rimanere nel centro storico, perché penso che sia un servizio fondamentale in una città, che muove molte persone nel centro storico. Pensiamo ai dipendenti che vi lavorano, o agli utenti che devo svolgere pratiche. Un’esternalizzazione di tutti gli uffici pubblici dal centro storico indeboliscono i centri storici della città. Dobbiamo cercare di aiutare la Provincia ad individuare eventualmente soluzioni anche nel centro storico. Ho anche proposto di fare una verifica sugli spazi del San Domenico. Qui vorremmo fare l’Università, ma se potesse essere un modo per dividere le spese e tenere la Provincia in centro sarebbe una buona soluzione».