Pesaro

Pesaro, matrimonio “combinato” in Marocco poi l’accusa di maltrattamenti

Il giudice dovrà decidere se rinviare a giudizio un 36enne accusato dalla ex moglie di prevaricazioni e percosse

Il tribunale di Pesaro

PESARO – Un matrimonio “combinato” dalle rispettive famiglie in Marocco, poi i maltrattamenti in Italia. E’ questa l’accusa rivolta a un 36enne che aveva sposato una 23enne nel loro paese di origine prima di trasferirsi a Pesaro. Il caso è finito davanti al Gup.

La relazione sarebbe stata decisa dai genitori delle due famiglie e una volta trasferiti a Pesaro la situazione sarebbe precipitata tra insulti e mortificazioni: «Che Dio ti maledica» le avrebbe detto perché non sapeva cucinare. Fino a minacce: «Ti spedisco in Marocco» E ancora: «Ti taglierò a pezzettini e ti metto in una busta nera».
Dalle parole si sarebbe passati anche ai fatti con percosse, strattonamenti, pugni e schiaffi anche per un piatto lasciato nel lavello. Non sarebbero mancate urla e rimproveri anche perchè lei voleva condurre una vita normale e non soggiogata. Ma lui non l’avrebbe permesso, negandole uscite e iscrizione ai social network.

Tra le prevaricazioni contestate anche la violenza psicologica perché le avrebbe detto più volte che l’avrebbe abbandonata e fatta rientrare in Marocco. Un potere che avrebbe esercitato anche rifiutandosi di presentare i documenti per la regolarizzazione della ragazza in Italia.

Comportamenti che hanno spinto la giovane a denunciare, fino a essere spostata in una casa protetta. All’uomo viene anche contestato il reato di lesioni perché in uno degli scontri ha procurato alla moglie ecchimosi e lividi sul collo giudicate guaribili in 10 giorni.

Il giudice ha rinviato la discussione dell’udienza preliminare. Nelle prossime settimane si conoscerà se l’uomo, difeso dal legale Matteo Mattioli, verrà rinviato a giudizio o meno.