PESARO – I medici delle cooperative a gettone costano 13 milioni di euro per il territorio di Pesaro.
È la denuncia mossa alla Regione dalla consigliera Pd Micaela Vitri. «Nessuna risposta e soluzione dalla Giunta Acquaroli – spiega la consigliera – sul massiccio ricorso alle cooperative nei Pronto Soccorso e nei reparti di pediatria delle Marche. Un’operazione da 86 milioni di euro, di cui 13 solo a Pesaro e Fano nel bando dello scorso settembre per coprire 9000 turni, che ha creato una grave disparità per cui i medici a gettone vengono pagati a peso d’oro guadagnando il 40 per cento in più di un interno a parità di orario.
Solo al Pronto Soccorso di Pesaro le cooperative occupano 63 turni mensili per 12 ore così come ad Urbino e a Fano 50 turni mensili di 12 ore».
Vitri chiede alla Giunta Acquaroli «un’azione forte nella Conferenza Stato-Regioni sulla necessità di riconoscere la dignità lavorativa del personale medico dipendente attraverso l’innalzamento dei compensi prevedendo, nel caso specifico dei Pronto Soccorso, un’indennità supplementare non inferiore a mille euro più 150 euro lordi all’ora per prestazioni aggiuntive, sulla fissazione di un tetto al compenso orario da riconoscere a cooperative o liberi professionisti per la copertura dei turni nei Pronto soccorso pubblici, sulla definizione di criteri di accreditamento dei fornitori di questi servizi e sul monitoraggio del loro utilizzo da parte delle Regioni, visto che nessuno controlla. Inoltre, ho chiesto a Presidente ed Assessore competente se intendano assumere il personale infermieristico e OSS necessario, attingendo dalle graduatorie esistenti visto che non si è già proceduto nei mesi scorsi a stabilizzare il personale evitando quindi la scadenza delle graduatorie. L’unica soluzione accennata dell’Assessore Saltamrtini pare essere quella dell’assegnazione di borse di studio, ma come emerge da dati nazionali nel 2021 in Italia, su 1077 borse per la medicina d’urgenza, ne sono rimaste vacanti 497».
Per la consigliera «Il tema quindi è intervenire piuttosto sui compensi dei medici pubblici, rendendoli adeguati all’impegno e ai sacrifici, per rendere più appetibile la professione. Questa Regione va invece nella direzione opposta consentendo compensi spropositati ai privati (un turno di 12 ore ci costa 1400 euro), molto spesso scelgono di non lavorare nel weekend, non devono sottoporsi a concorso e valutazione di requisiti rispetto alla formazione, sono autonomi rispetto alle direttive dei dirigenti».