PESARO – La sua casa era una tenda al parco Miralfiore, ma su di lui pendeva un decreto di espulsione.
Controllato dagli agenti della polizia locale, quando ha appreso che sarebbe stato arrestato perchè non aveva ottemperato all’obbligo di espulsione ha dato in escandescenze. Una volta portato al comando ha danneggiato la cella di sicurezza. Un’escalation iniziata martedì 21 giugno quando, una pattuglia della polizia locale ha controllato un giovane del Gambia che si era ricavato un giaciglio con una tenda nelle vicinanze dell’ingresso del parco stesso. L’uomo stava dormendo all’interno della tenda e, a richiesta, non era in grado di esibire documenti di identità personale. Un controllo più approfondito, svolto con la collaborazione dell’ufficio immigrazione della Questura di Pesaro ed il gabinetto provinciale di polizia scientifica della stessa Questura, ha consentito alla polizia locale di accertare che l’uomo era rientrato in Italia nonostante fosse stato raggiunto da un provvedimento di espulsione adottato dal Prefetto di Rimini nel 2019.
Tale condotta prevede l’arresto obbligatorio. A quel punto l’immigrato è stato condotto presso la cella di sicurezza del comando generale della polizia locale e lui ha reagito in maniera aggressiva e scomposta, facendo emergere un’indole violenta a quanto si è appreso già manifestata in numerosi precedenti. La cella di sicurezza del comando è stata gravemente danneggiata e gli agenti di polizia locale, aiutati dal personale della polizia di Stato con agenti andati in loro supporto, hanno faticato non poco per contenerlo. Nel tardo pomeriggio è stato tradotto presso la casa circondariale di Villa Fastiggi a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’attività di monitoraggio quotidiana del parco Miralfiore, volta a prevenire fatti illeciti, attiva già dalla primavera scorsa, procederà anche nei prossimi giorni.