PESARO – I fiori e la fascia che il 25 aprile erano stati lasciati in occasione dell’ultima commemorazione dei caduti per la libertà d’Italia.
Eppure qualcuno ha deciso di devastare quel simbolo. Tanto che il Pd Pesaro sottolinea: «Vedere il Monumento alla Resistenza vilipeso fa venire una grande rabbia. Quel luogo è uno dei simboli della lotta al fascismo della nostra città. La continueremo».
C’è chi chiede la visione delle telecamere, che peraltro ci sono in zona. Sicuramente un episodio fastidioso, tantopiù se accaduto il 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica. Un monumento anche al centro del dibattito su un possibile spostamento, ma poi bloccato dalla Soprintendenza. E che è spesso al centro delle cronache perchè in quell’area ci sono state denunce e arresti per spaccio di droga. Con persone che bivaccano. Tanto che quando un gruppo di cleaners è stato lì per ripulirlo dai rifiuti avevano trovato 70 kg di immondizia.
Nel corso dello scorso 25 aprile, in pieno lockdown il sindaco Ricci aveva detto: «Sono tante le similitudini con il trauma che sta attraversando il Paese e il mondo – ha detto Ricci – prima della seconda guerra mondiale tutto è apparso attraverso un nemico invisibile, ovvero un’ideologia estremista che ha contagiato la mente di milioni di persone. Poi il nemico invisibile lo abbiamo visto incarnato nel nazifascismo, nelle violenze e nella guerra. La Liberazione rappresenta la sconfitta di quell’ideologia. Grazie alla libertà, all’uguaglianza e alla solidarietà: i valori della Resistenza. Il virus è davvero vigliacco: cammina sugli uomini. Per depotenziarlo, abbiamo accettato la più grande riduzione di libertà individuali dal Dopoguerra, in nome di un bene collettivo: la salute pubblica».