PESARO – Giardini che furono, una vecchia cartolina di Pesaro. E che ora hanno una nuova vita nella zona mare in via Colombo.
L’asse dalla Palla di Pomodoro al moletto – tra i più caratteristici del lungomare pesarese negli anni Cinquanta e Sessanta, frequentato in ogni stagione – riapre dopo l’intervento condotto in sinergia da Comune, Fondazione Scavolini, Aspes e studio Landesign.
«Riprendendo una storia ma guardando al futuro», spiega Matteo Ricci. «Abbiamo bisogno di rinascere dopo il drammatico periodo che abbiamo vissuto, in una fase socioeconomica molto complessa. Oggi comunichiamo che Pesaro c’è. E’ una città accogliente, sicura e ha tanti spazi aperti. Continueremo a farlo nei prossimi giorni con una serie di testimonial che rilanceranno la nostra campagna». Hanno già risposto all’appello l’ex calciatore Massimo Ambrosini e l’ex campione di nuoto Filippo Magnini.
Anche per questo, prosegue il sindaco, «è stato fondamentale terminare il lavoro nonostante il lockdown. Grazie alla Fondazione e alla famiglia Scavolini per il grande contributo». Con l’intervento «completiamo la riqualificazione nella zona, dopo la sistemazione di piazza della Libertà e il lavoro sull’illuminazione intorno alla Palla di Pomodoro». Sindaco soddisfatto del disegno: «A me piace molto. Richiama il passato ma guarda al futuro nel segno della sostenibilità. L’11 luglio intitoleremo i giardini a Nilde Iotti, prima donna presidente della Camera e figura di avanguardia nelle battaglie di parità. Siamo una delle prime città a farlo nel centenario della nascita, sicuramente ci saranno personalità nazionali».
Nel frattempo «manteniamo la prudenza, ma comunichiamo anche che Pesaro è sicura. E che qui ognuno può trovare i suoi spazi». Una zona mare rivoluzionata anche per via della pedonalizzazione di viale Trieste.
Sottolinea la presidente della Fondazione, Emanuela Scavolini: «Un anno fa in pochi ci credevano ma siamo riusciti a fare nei tempi tutto quello che si era progettato. Grazie a tutti i soggetti coinvolti nell’operazione. Con la Fondazione continueremo a valorizzare il patrimonio della città. Durante il lockdown ci siamo chiesti se proseguire o meno con i lavori per arrivare alla fine. Il risultato odierno è la dimostrazione che abbiamo fatto bene. E’ una bella giornata, che dà speranza. Facciamo un passo avanti per riprendere poco alla volta la nostra vita. Spero che il giardino sia l’inizio»
SINERGIA – Un protocollo d’intesa ha definito i compiti dei diversi operatori. Riconfigurazione generale di aiuole e percorsi dal Comune; riqualificazione del corredo vegetale dalla Fondazione Scavolini; messa a dimora delle piante e del sistema di irrigazione da Aspes; predisposizione a titolo gratuito del progetto generale dallo studio Landesign. «Il giardino realizzato ha un nuovo disegno che, senza mutare la struttura già esistente, ha tenuto conto delle variazioni planimetriche dell’area intervenute nel tempo. È stato così introdotto un boschetto al suo termine settentrionale: un gelseto, le cui alberature offrano nel tempo chiome ombrose sotto cui riposare. Una lunga seduta continua è stata inserita lungo il perimetro rivolto al mare. Le specie vegetali selezionate per colorazione e portamento vogliono evocare l’ambiente della riva marina. Ma le nuove sistemazioni vegetali rispondono anche a criteri di sostenibilità, contenimento della manutenzione, incremento della biodiversità», rimarcano i tecnici coinvolti nell’operazione.
Per l’assessore Enzo Belloni: «Si tratta di un intervento che ci consente di andare avanti con il percorso di riqualificazione della zona mare. Un disegno complessivo che passerà anche attraverso le due isole pedonali su viale Trieste».
Chiude il presidente di Aspes Luca Pieri: «Un’operazione virtuosa, frutto di una positiva collaborazione tra pubblico e privato. Ringraziamo la Fondazione Scavolini per l’attenzione e la sensibilità che da sempre dimostra per la nostra comunità. Da oggi restituiamo a cittadini e turisti un angolo di città significativo per tutti: i giardini sono stati negli anni passati una delle più belle cartoline di Pesaro. Da oggi, grazie al sostegno del Comune, alla generosità della Fondazione Scavolini e alla professionalità dello studio LanDesign, proviamo a riportarli agli antichi splendori. Aspes, grazie alle capacità dei suoi operatori, garantirà una manutenzione attenta e costante».
Sabina Filippi (Landesign) sottolinea: «Il progetto ha messo l’accento sulla sostenibilità. Ci siamo indirizzati su piante molto resistenti alle condizioni del fronte marino e ai venti. La scelta della lippia migliora l’ambiente sul lato della biodiversità. Il gelso ha dimostrato la sua funzionalità, in un contesto analogo, anche a Sottomonte e Baia Flaminia. Ci sono anche piante ‘flessuose’, che si muovono con il vento e conferiscono poesia al luogo. La scelta del sottofondo battuto e dello strato di ghiaia migliora la percorrenza e ha un effetto drenante. In futuro si potrà anche valutare l’introduzione di alcune parti di pavimentazione in legno. La dimensione del viale può permettere l’inserimento di ulteriori sedute, al momento posizionate nella parte bassa del boschetto e sul fronte mare».
Aggiunge l’architetto e paesaggista Franco Panzini, che da anni collabora con la Fondazione Scavolini: «Abbiamo messo in campo il linguaggio del giardino contemporaneo, che però vuole ricordare il simbolo della città degli anni Cinquanta e Sessanta. C’è una rispondenza estetica tra i giardini e il mare nel richiamo delle colorazioni e nella flessuosità delle piante. Anche il gelseto non è un luogo estraneo e si collega alla tradizione passata del paesaggio agrario territoriale». Presente anche l’architetto Alberto Giangolini (Landesign).