PESARO – Una boccata d’ossigeno per gli artigiani della provincia di Pesaro. Sono state sbloccate le prime paghe della cassa integrazione relativa a maggio. Un ritardo importante. E i fondi potrebbero non bastare.
Stiamo parlando dell’assegno ordinario Fsba (Fondo di Solidarietà Bilaterale per l’Artigianato). E la provincia di Pesaro è la più interessata nelle Marche.
Nelle Marche l’importo è di 66.926.162,22 euro, pagato a 42.392 lavoratori dall’inizio della crisi. Nella provincia di Pesaro sono stati erogati 17.022.354,82 euro per un corrispettivo di 10.955 lavoratori che durante il lockdown non hanno lavorato.
«La provincia di Pesaro Urbino è quella con il maggior numero di lavoratori artigiani coinvolti dalla cassa integrazione Fsba – spiega Marco Monaldi della Cgil settore artigianato – poi segue Ancona con 10.905 lavoratori, Macerata con 9.625, Fermo con 6.849 ed ultimo Ascoli Piceno con 3.737».
Una situazione molto delicata in cui lavoratori hanno fatto tanti sacrifici e rinunce, dovendo sostenere i costi di affitti, mutui, bollette e spese familiari. Ma per giugno non bastano i soldi.
«Nella provincia di Pesaro Urbino le maestranze che ancora debbono avere la cassa integrazione di maggio sono 6.115 e l’importo è pari ad euro 4.878.367,21 euro – continua Monaldi -. L’Ebam ci ha fatto sapere tra ieri e questa mattina abbiamo liquidato le posizioni arretrate incomplete per errori di rendicontazione di maggio. Ma per il mese di giugno resteranno da liquidare ancora circa 350 mila euro che interessano circa 1.000/1.200 lavoratori per mancanza di fondi».
Nel dettaglio sono 4133 gli artigiani del settore della produzione e lavorazione metalli e meccanica di precisione, 2051 nel settore del legno, 1142 i lavoratori negli alimentari, 823 nel comparto dell’edilizia, 1016 nel tessile e nell’abbigliamento. Altri 1105 nel comparto dei servizi, 400 nei trasporti e comunicazioni.
Per il segretario della Cna di Pesaro e Urbino, Moreno Bordoni: «Si tratta di uno stanziamento importante, atteso da diverse settimane e che abbiamo sollecitato a più riprese ai ministri competenti, accogliendo le istanze delle nostre imprese e dei loro lavoratori ai limiti della disperazione. In questa fase di emergenza, dalla quale purtroppo non siamo ancora usciti, è necessario rispettare gli impegni e non sono più tollerabili ritardi come questi.
Continueremo, questo è garantito, l’interlocuzione con il Governo. Va assicurata al Fondo, infatti, una rapida assegnazione delle risorse ancora necessarie a pagare le settimane rimaste scoperte del periodo precedente e le ulteriori diciotto settimane di integrazione salariale sempre previste dal Decreto Agosto per la fase successiva al 13 luglio 2020».