PESARO – Entro l’anno la fine dei lavori al Palazzo dello Sport di viale dei Partigiani.
Se n’è parlato in Consiglio Comunale tramite l’interrogazione del consigliere Daniele Malandrino. Nel rispondere, l’assessore al Fare Riccardo Pozzi, ha citato alcune premesse che riprendono «le informazioni non corrette citate nell’interrogazione». A partire dal quadro economico che, come riportato nella delibera di giunta del 2015, «ammontava a quasi 4 milioni (3.960.220€). In quell’anno i prezzi a base erano stati ribassati prima di essere posti a gara: le lavorazioni edili del 23%; le impiantistiche del 28% rispetto al prezziario regionale. L’appalto si sta conducendo tuttora con questa clausola contrattuale».
Il progetto, definito nell’interrogazione come un “restauro”, «in realtà è sempre stato una ristrutturazione profonda, definita prima “miglioramento statico” e, dopo il terremoto 2016, “miglioramento sismico”». Precisazioni anche sugli importi. Pozzi ha evidenziato che, «La stampa ha riportato notizie errate. Il quadro economico attuale dell’opera ammonta a 6.136.000€ comprensivi di importo lavori, Iva al 10%, somme per incarichi esterni, indagini sismiche preliminari, tasse di istruttoria presso enti esterni».
Alle precisazioni, l’assessore ha aggiunto le risposte ai quesiti. In particolare, sui tempi, ha ricordato che l’appalto «è stato aggiudicato sul progetto definitivo migliorato dell’offerta tecnica prodotta dall’ATI aggiudicatrice». Nel corso di tale fase progettuale, a seguito anche delle conseguenze emotive e procedurali dovute al sisma, l’Amministrazione ha introdotto una richiesta migliorativa, richiedendo (delibera di giunta dell’aprile 2018) il “miglioramento sismico controllato” dell’intero complesso edilizio. In sede di approfondimenti progettuali e analisi di vulnerabilità simica dell’edificio, l’Amministrazione ha deciso di rivedere il progetto nelle sue parti fondamentali sulla sicurezza dell’edificio in caso di sisma».
Le cause del prolungamento dei tempi di consegna dell’opera, «nella fase progettuale sono state di 6 mesi per le verifiche previste nel bando; 12 mesi per la riprogettazione sismica definitiva; 6 mesi per la progettazione esecutiva oltre a quelle contrattuale». Sono poi state realizzate «lavorazioni di tipo strutturale (delicate e complesse e non previste dal progetto definitivo a base di gara), che hanno richiesto un ulteriore anno di tempo». L’assessore ha indicato che «La conclusione dei lavori e la riapertura al pubblico avverrà entro la seconda metà dell’anno 2022».
Un cantiere travagliato, sospeso anche dai controlli dei carabinieri del Nil per irregolarità. Cosa che poi ha portato a dover indire una nuova gara. I lavori erano iniziati il 15 gennaio 2018 ma gli stop sono stati diversi così come gli annunci della riapertura.
Durante la risposta l’assessore ha anche elencato gli importi corrisposti alle ditte, indicato l’esatto costo che si prevede per il completamento dei lavori, «oltre alle risorse esistenti, ulteriori 2,5 milioni inseriti a bilancio»; aggiunto che «le ditte assegnatarie abbiano potuto visionare il cantiere e il progetto» prima dell’avvio delle operazioni. Il Comune ha inoltre assicurato che «ogni operaio o tecnico o fornitore entrato in cantiere era in condizioni di poterlo fare. Ditta appaltatrice, coordinatore per la sicurezza e tecnici comunali, prestano molta attenzione a tali aspetti. Tanto che a oggi i cantieri del Comune non hanno ricevuto denunce di questo tipo, così vale per il palazzetto». Sulla solvibilità delle ditte coinvolte, l’assessore ha detto «Ogni impresa affidataria di qualsiasi prestazione, lavoro o servizio da parte della Pubblica Amministrazione è soggetta alle verifiche di rito, tra le quali l’assenza di debiti nei confronti della P.A. e il regolare versamento dei contributi previdenziali».
Sui controlli sulla regolarità del cantiere, l’assessore ha ricordato che «sono svolti costantemente monitoraggi; ogni visita è riportata nel “giornale dei lavori”. La Direzione lavori ne ha effettuate almeno 5 settimanali negli ultimi mesi, a queste vanno sommate quelle dei tecnici comunali». Alla domanda di un’eventuale apertura di azioni legati, Pozzi ha replicato indicando che «non esistono al momento i presupposti, né è nell’interesse dell’Amministrazione avviarne».
Malandrino parla di «ritardi biblici. La cittadinanza non è soddisfatta e non lo sono nemmeno io. Anche quest’estate, per il Rof, saremo senza palazzetto».