PESARO – Le foto della scheda con il proprio nome, candidato nella bufera.
A metterlo nei guai una storia di Instagram rimbalzata anche su Facebook: si vede una matita e una scheda elettorale dove qualcuno sbarra un simbolo e scrive a fianco due nomi. Dopo un po’ la storia sparisce ma qualcuno ha fatto in tempo a farne uno screenshot che diventa virale prima nelle chat poi postata sulla sua pagina Facebook da Marco Lanzi candidato sindaco del centrodestra.
Quanto basta per alimentare polemiche e far scattare denunce. Ma è ancora da chiarire se si tratti di un fac simile o l’originale.
«Un candidato della lista Belloni ha postato e successivamente rimosso dal suo profilo una foto della sua scheda elettorale con matita in mano e voto espresso – spiega Marco Lanzi – per chi non lo sapesse è assolutamente vietato, è una gravissima violazione di legge. Ennesima denuncia che siamo costretti ad inoltrare nei confronti di candidati del centrosinistra».
Poi Perricci: «La denuncia l’ho già depositata – rafforza Perricci, avvocato di lungo corso – anche perchè di quella foto ha fatto più di una pubblicazione ed è gravissimo».
La legge vieta espressamente che all’interno della cabina elettorale si possano introdurre telefoni e ogni altro strumento idoneo a scattare foto e video. Ciò perché il voto è personale e segreto e non può essere divulgato o, peggio ancora, pubblicato sui social network. La ragione del divieto è impedire il fenomeno del “voto di scambio” e i brogli elettorali di qualsiasi genere. Nello specifico scattare la foto alla scheda elettorale per riprendere il voto espresso è vietato dalla legge 96/2008. Non solo. Il 2° comma dell’articolo 48 della Costituzione prevede che il voto sia “personale ed eguale, libero e segreto.”
La storia è stata tolta dai social poco dopo. Santini si è giustificato appunto dicendo che era un fac simile, anche se la matita nella foto sembrava “da seggio”.
«Ho parlato con i rappresentanti della lista – prosegue Lanzi – e mi hanno detto che era un fac simile quello postato da Santini, peccato che anche in quel caso sarebbe da considerare un atto ingannevole e vietato nei confronti dell’elettorato visto che è stato postato durante la giornata di voto. Sono sconcertato dalla facilità con la quale si violano le regole e non mancherò di segnalare ogni reato alle autorità».