PESARO – Piano regolatore flessibile. Via Toscana sarà industriale ma anche terziario e servizi così come la Fiera. E il sindaco rilancia sull’arretramento della ferrovia con la stazione all’altezza dell’Interquartieri.
Il consiglio comunale ha approvato le delibere di urbanistica che cambiano il volto della città con una revisione del Piano Regolatore Generale. La prima parte dello studio effettuato dall’architetto Tamino si è concentrata sull’analisi socio-demografica del Comune e sull’analisi dello stato di fatto della sua situazione edilizio-urbanistica: nello specifico è stato valutato l’andamento demografico, dell’occupazione, attività produttive, sistema dei servizi, mobilità e ambiente.
La seconda fase è stata caratterizzata dall’analisi dello stato di attuazione della vigente strumentazione urbanistica del Comune e sulla sua rispondenza alle esigenze e prospettive di trasformazione e sviluppo del territorio. La terza fase ha presentato una proposta di carattere generale di revisione del vigente Piano Regolatore, con l’obiettivo espresso è quello dell’urbanistica circolare. Nella parte conclusiva del documento viene chiarita la separazione tra programma strategico (obiettivi di lungo termine, concretizzati nel documento “Pesaro 2030” già approvato) e piano operativo (obiettivi di breve-medio termine, concretizzati in adeguati strumenti urbanistici da adottare da parte dell’amministrazione comunale). Dunque ampliamento della flessibilità e semplificazione, raggiungimento di un “equilibrio ambientale”, superamento delle funzioni fino ad ora previste per i complessi edilizi pubblici e privati e per gli insediamenti urbani.
Il sindaco Matteo Ricci ha commentato così: «Siamo la prima generazione di amministratori che non programma l’espansione della città ma si concentra sulla sua trasformazione. È un cambio storico di paradigma. Che vale a maggior ragione nella fase post-covid, dove la questione ambientale diventa ancora di più centrale». Per Matteo Ricci «il piano regolatore attuale è sovradimensionato». Ma «il disegno funziona se flessibilizziamo», puntualizza il sindaco. «Gli strumenti urbanistici, oggi, ti devono dire cosa non puoi fare. Lasciando massima flessibilità sul resto. Altrimenti ingessiamo le situazioni».
Così il sindaco, oltre al «documento d’indirizzo» dell’architetto Marco Tamino, porta con l’assessore Andrea Nobili due «delibere concrete in consiglio comunale». Per introdurre l’elasticità d’uso nelle norme tecniche attuative del piano regolatore. Iniziando da parte di via Toscana (ammessi industriale, ma anche terziario e servizi, ndr) e Fiera (consentiti terziario e servizi, ndr).
Ancora: «Dovremo ora capire come cambia lo sviluppo immobiliare alla luce del covid. Perché il tema dello spazio pone esigenze nuove. Ragioneremo anche sulle tipologie abitative per gli anziani, alla luce della situazione demografica». Nel modello post-covid, il sindaco insiste su «maggiori aree pedonali, mobilità sostenibile, piste ciclabili. C’è la possibilità di prendere mutui a tasso zero sulla ciclabilità. Vogliamo farlo perché così riusciremo a finanziare, già da quest’anno, tutte le compartecipazioni delle sei piste ciclabili più importanti che erano previste nei prossimi due anni».
Sulle infrastrutture, il sindaco tornerà alla carica sull’arretramento della ferrovia (a fianco dell’autostrada, ndr) per l’alta velocità adriatica: «La prossima settimana ho chiesto un incontro al ministro Paola De Micheli. Se il governo, come detto da alcuni esponenti (Franceschini, ndr), vuole andare avanti con i fondi europei del Recovery Fund, noi abbiamo già il piano di fattibilità. È un disegno che prevede la nuova stazione all’altezza dell’Interquartieri. E una ‘circonvallazione verde’, sormontabile, per bici e mezzi pubblici elettrici al posto dell’attuale ferrovia».
Tra gli interventi Thomas Nobili, Forza Pesaro #ungranbelpo’: «Stiamo pensando al futuro, dobbiamo essere chiari sul fatto che lo strumento per sostenere imprese e cittadini è quello della flessibilità».
Giovanni Dallasta, Lega: «Abbiamo diverse perplessità, tra queste il fatto che il cambio delle destinazioni d’uso in certi quartieri potrebbe creare problemi ad alcune attività. Quanto alla Fiera riteniamo la delibera riduttiva, già in passato abbiamo votato contro una delibera che proponeva delle variazioni alla Fiera, una struttura che serviva a promuovere la realtà economica della città».
Per Guerrino Amadori, Forza Pesaro, #ungranbelpo’: «Flessibilizzare, sensibilizzare, semplificare e costruire sul costruito. Queste sono le parole chiave di questa delibera per creare un’economia circolare. Nel nostro Comune ci sono alcune aree che possono essere recuperate, tra queste anche quella della Fiera, nello specifico padiglione F utile a molte realtà sportive della città».
Giampiero Bellucci, Pd, ha detto: «Lo studio dell’architetto Tamino si inserisce in un percorso iniziato nel 2018 con il documento Pesaro 2030, e che oggi ci porta ad un punto di svolta».
Sergio Castellani, Una città in comune, ha sottolineato: «Un dovere approvare la delibera, perché l’unica cosa che possiamo fare per aiutare il mercato. Esorto i consiglieri a presidiare l’andamento dei prezzi».
Andrea Marchionni, Lega: «Il documento presenta problematiche presenti nella città da decenni. Ad esempio quello della mobilità. Il trasporto pubblico può essere rivisto in un’ottica più flessibile. In alcuni punti si dà troppa enfasi all’arredo urbano».
Dario Andreolli, Lega, ha chiuso: «Lo studio è molto corposo e ben approfondito, ma ho trovato dei punti abbastanza discutibili e ridondanti».