Pesaro

Pesaro, la prima sfida dei quattro candidati alla Regione tra alleanze e programmi

Primo confronto pubblico alla Poderosa organizzato dalla Confapi. Mangialardi ha aperto ai 5Stelle ma Mercorelli lo ha gelato. Anche Mancini pronto a una coalizione. Acquaroli parla di opere e fondi

I quattro candidati: da sin.: Gianmario Mercorelli, Maurizio Mangialardi, Roberto Mancini, Francesco Acquaroli

PESARO – Primo confronto pubblico tra i quattro candidati alla presidenza della Regione a Pesaro, in un dibattito organizzato dalla Confapi alla Poderosa di Pesaro.

Maurizio Mangialardi, candidato Pd per il centrosinistra, Francesco Acquaroli candidato Fdi per il centrodestra, Gianmario Mercorelli per il M5s e Roberto Mancini di Dipendedanoi hanno risposto alle domande di Anna Rita Ioni e hanno parlato a margine dell’incontro sul tema delle alleanze.

L’accordo tra M5S e Pd è sempre un argomento caldo e se c’è chi tende la mano, c’è chi chiude la porta. Mangialardi sul dialogo con il M5S ha detto che “c’è un programma, ci si può confrontare. Governiamo insieme, abbiamo avuto un rapporto importante con l’Europa. Ricadranno in questa regione risorse considerevoli e penso che ci possa essere l’occasione per loro di partecipare a un governo di prospettiva. Se poi dovessero fare altre scelte noi andremo avanti con determinazione e con un governo di grande visione».

Mercorelli ha detto di «essere stanco di raccontare che a Roma ci sono altre dinamiche per governare insieme. Qui non ci sono gli estremi. Si deve convenire sul programma e sulla volontà di discontinuità. E invece vediamo i soliti personaggi candidarsi. Serve un cambio di ritmo e noi siamo innovazione, pronti a ricominciare da capo».

Anche Mancini ha lanciato un messaggio chiaro. «C’è stata interlocuzione per proporre una coalizione di centro sinistra. Ma abbiamo trovato una porta chiusa. Consegnare le Marche a estrema destra non ci piace, ma serve una sintesi. Se ci fosse la volontà di avviare una coalizione con basi concrete di programma e di candidati, siamo ancora pronti al dialogo».

Quanto al programma Acquaroli ha detto che «la sfida per superare la crisi è l’innovazione digitale, la semplificazione, la sinergia di Pmi, grandi imprese e startup. Le statistiche ci dicono che le Marche tra 10 anni perderanno 100 mila abitanti. Significa che non c’è stato coinvolgimento dei territori e delle imprese. Per il rilancio la Regione non può sostituirsi alle banche ma può snellire il peso e il costo della burocrazia per far ricadere liquidità sul territorio e rilanciarlo».

Mangialardi ha sottolineato che occorre «approfittare delle tante risorse disponibili e farci trovare pronti per rispondere su temi importanti come quelli delle infrastrutture a partire da opere come la Fano-Grossetto per cui serve però un commissario capace. Poi la Salaria, i caselli autostradali, la ferrovia e le dorsali adriatiche. Con queste risorse possiamo dare una risposta vera».

Per Mercorelli la strada del rilancio è «l’internazionalizzazione. Le Marche hanno eccellenze a tutti i livelli con distretti autosufficienti ma che non accedono al mercato globale. Servono centri di consulenza per i bandi europei. Dobbiamo fare sistema per lo sviluppo di una regione ignota ai più».

Mancini ha sottolineato che «non possiamo lasciarci andare alle tendenze predatorie del mercato. Serve un coordinamento per non aspettare i capitali stranieri. E l’economia è anche lotta alla povertà, dove la cooperazione delle aziende è possibilità di recuperare il valore del made in Marche».