PESARO – Finisce a processo come furbetto del reddito di cittadinanza, ma le regole internazionali cambiano e la sentenza apre una nuova giurisprudenza.
È la prima sentenza a Pesaro dopo una recente sentenza della corte di giustizia Europea che ha dichiarato che il requisito di residenza per accedere al reddito di cittadinanza è in contrasto con il diritto dell’Unione e dunque deve essere cancellato.
Il nodo del contendere riguarda il titolo di 10 anni di residenza nel territorio italiano per i cittadini stranieri.
Il principio è che si tratti di una norma non applicata in nessun paese d’Europa, a causa della quale migliaia di stranieri e talvolta di italiani hanno perso la possibilità di accedere a una prestazione sociale di fondamentale importanza. Una legge giudicata in contrasto con l’obbligo di parità di trattamento e di ottenere un minimo livello di sussistenza per i bisognosi.
È il caso discusso davanti al gup Giacomo Gasparini e che riguardava un 25enne nigeriano.
Secondo il capo d’accusa avrebbe ottenuto indebitamente il beneficio del reddito di cittadinanza, rendendo false dichiarazioni, attestando cose non vere. In particolare utilizzava la domanda di reddito di cittadinanza presentata nel 2021, nella quale aveva dichiarato falsamente di essere residente in Italia da almeno 10 anni. Ma in realtà si è scoperto che il periodo di residenza in Italia era di 4 anni, 9 mesi.
Il nigeriano avrebbe quindi percepito illegittimamente 5.500 euro. Il legale Matteo Mattioli ha richiamato la recente sentenza e chiesto il non luogo a procedere. Anche il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione.
Il giudice ha assolto lo straniero per via della depenalizzazione del reato.
«C’è grande soddisfazione perché il giudice ha accolto e creduto in uno dei principi espressi dalla Corte di Giustizia Europea – sottolinea Mattioli – Un risultato importante che fa giustizia e rappresenta il primo caso a Pesaro, uno spartiacque da qui in avanti».
Pesaro, a processo come furbetto del reddito di cittadinanza ma le regole internazionali sono cambiate: assolto
Si tratta della prima sentenza dopo la recente pronuncia della corte di giustizia europea. Il legale Mattioli: «Grande soddisfazione»