PESARO – Contratti della sanità in scadenza, via alla proroga primo traguardo. Ma per l’opposizione restano questioni in sospeso. La Regione ha infatti comunicato il via libera alla proroga per 4 mesi dei circa 200 contratti di lavoro, che altrimenti sarebbero scaduti a fine anno.
«Raggiunto un primo risultato nella vertenza a favore di circa 200 lavoratori a tempo determinato in servizio nell’Area Vasta 1 e nell’Azienda ospedaliera Marche Nord», afferma la capogruppo dei 5 Stelle, Marta Ruggeri. «Considerando – prosegue Ruggeri – che i sindacati spingevano per una proroga fino a 36 mesi, si può parlare di un primo parziale traguardo ottenuto dai rappresentanti dei lavoratori e anche grazie alla pressione politica esercitata dai 5 Stelle sulla Regione. Restano però in sospeso altre rilevanti questioni come la necessità di stabilizzare il personale precario, in particolare quello assunto per fare fronte alla fase critica della pandemia. Le carenze di organico sono già fin troppo estese».
Ruggeri ha depositato un’interrogazione in consiglio regionale e intende discuterla in aula, nonostante la proroga di 4 mesi ai circa 200 contratti in scadenza. «L’atto ispettivo – conclude la capogruppo consiliare di M5S – vuole acquisire anche dati precisi sui tetti di spesa per il personale sanitario e i motivi sono presto spiegati: qualora ci fossero i margini, la Regione dovrà stabilizzare il personale e reclutarne altro».
Sul caso intervengono anche Micaela Vitri e Andrea Biancani, consiglieri Pd: «La nostra sanità ha bisogno urgentemente di personale. Perché si favoriscono cooperative e una gestione che moltiplica poltrone e mobilità passiva? Con la nuova organizzazione è previsto un aumento consistente dei costi per i dirigenti – incalzano Vitri e Biancani – quindi è inconcepibile che poi non ci siano le risorse per il personale. Il costo annuo per la mobilità passiva che supera i 40 milioni di euro, del fatto che le risorse per il personale sono già contabilizzate nel tetto di spesa 2022.
La Giunta di destra dovrà risponderne ai cittadini. Di fronte alle tante promesse in campagna elettorale, oggi purtroppo solo una cosa è certa: l’impoverimento e la privatizzazione di tutta la nostra sanità che è aumentata, come già rilevato dalla Corte dei Conti, nel 2021 del 39%».