Pesaro

Pesaro, reati in aumento del 9% ma «territorio impermeabile a infiltrazioni mafiose»

Il prefetto Ricciardi andrà in pensione: «Provincia in salute, aumento della criminalità per la fine delle restrizioni»

La prefettura di Pesaro
La prefettura di Pesaro

PESARO – Reati in aumento in estate, complice l’allentamento delle restrizioni. La consegna delle onorificenze in occasione del Giorno dell’Unità d’Italia e la Giornata delle Forze Armate è stata anche uno degli ultimi appuntamenti pubblici per il Prefetto di Pesaro e Urbino Tommaso Ricciardi che tra pochi giorni andrà in pensione.

Il Prefetto ha fatto un bilancio di quanto fatto nel suo mandato durato circa un anno e mezzo. «Ho trovato una provincia in ottimo stato di salute e non potevo chiudere meglio che qui». Nonostante la criminalità segni un +9,14% nel periodo dal 1 luglio 2021 al 30 giugno 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente questo dato deve tener conto dell’allentamento delle restrizioni post pandemia dove anche i fenomeni criminali erano attenuati.

«Si tratta comunque di bande delinquenziali di pochi componenti e per reati predatori senza la connotazione di associazione di stampo mafioso questo perché tutto l’indotto imprenditoriale provinciale è impermeabile alle infiltrazioni mafiose». Tanto che Ricciardi ha sottolineato: «È una situazione veramente invidiabile per chi mi succederà».

Dal 2015 la Prefettura ha anche il compito di segnalare le persone scomparse e queste ammontano a 277 sul territorio, per la maggior parte miniori stranieri non accompagnati mentre pochi sono i casi di persone anziane e anziani affetti da Alzheimer. Sul fronte dei migranti e dei richiedenti asilo la situazione buona e senza criticità. «Ho trovato un’ottima macchina ben collaudata: abbiamo accolto con dignità tutti i migranti provenienti dall’estero e senza problemi è stata l’accoglienza dei profughi ucraini. I numeri sono stati si rilevanti la maggior parte di loro è ospitata da familiari, amici o parenti già integrati sul territorio. Solo 135 quelli di cui ci siamo fatti carico direttamente e sistemati grazie a sindaci, Caritas o Croce Rossa (attualmente ne sono rimasti solo 63 tra rientrati in patria o sistemati altrove ndr.)». Per quanto riguarda le richieste di cittadinanza dopo un periodo di forte rallentamento sempre a causa pandemia sono tornate a buoni livelli; 380 quelle richieste per la residenza e 126 per coniugi.

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