PESARO – Furti a raffica nelle aziende, macedone finisce in carcere. Era diventato l’incubo delle attività commerciali e produttive di Pesaro. Si introduceva di notte, da una finestra o dalla porta, e mirava al fondo cassa o ai soldi dei distributori automatici. Ma rubava anche bici, monopattini e ogni cosa che avesse un valore economico. Negli ultimi 15 giorni le telecamere di quattro attività imprenditoriali lo avevano ripreso mentre faceva razzia di soldi. In una di queste era riuscito a impossessarsi di circa 5mila euro, ben nascosti nell’ufficio della titolare.
Già noto alle Forze dell’Ordine, approfittando della sua agilità e della sua velocità, era riuscito a sfuggire più volte ai controlli di Polizia, arrivando a lanciarsi nel fiume pur di sottrarsi agli agenti. Era ricercato da tutti gli uomini della Squadra Volanti di Pesaro e la sua fuga è terminata venerdì 12 maggio, quando uno degli agenti in servizio all’Ufficio Prevenzione Generale della Questura, che lo conosceva bene, libero dal servizio, lo ha individuato nella periferia della zona industriale. Approfittando della pioggia, si è messo al suo seguito, chiedendo il rinforzo di una pattuglia che, nel giro di pochi minuti, lo ha raggiunto e si è appostata per bloccarlo.
Questa volta per l’uomo – un macedone di 24 anni con una lunga sfilza di precedenti – non c’è stato scampo. Bloccato e immobilizzato, è stato condotto negli Uffici della Questura dove sono stati eseguiti tutti gli accertamenti. Per gli investigatori è coinvolto in almeno 6 furti, tra cui quello ove era riuscito a impossessarsi di 5mila euro all’interno di una ditta che produce bare e accessori per il legno. Proprio nascosti in un’urna cineraria, il macedone aveva scovato il ricco bottino.
Per lui sono scattate le manette ed è stato accompagnato al carcere di Pesaro. Nella mattinata del 15 maggio il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pesaro, condividendo l’operato dei poliziotti, ha convalidato il fermo e ha disposto per lui la custodia in carcere. Intanto proseguono le indagini per individuare altri reati commessi dall’uomo, la cui posizione è al vaglio dell’ufficio Immigrazione della Questura, che sta predisponendo la sua espulsione dall’Italia. Sarà il processo a stabilire di quali e quanti reati è responsabile il sospettato che, secondo il sistema giudiziario italiano, è innocente fino all’emissione della sentenza definitiva di condanna.