PESARO – Tombe romane a Muraglia, vicino al tracciato dell’interquartieri. La Soprintendenza per i beni archeologici delle Marche sottolinea che i ritrovamenti sono «emersi grazie alla procedura di archeologia preventiva. Si tratta di una procedura che consente, già in fase di progettazione preliminare, di conoscere e valutare l’impatto di un’opera pubblica su possibili resti sepolti nel sottosuolo. In particolare, in questo momento è in via di sviluppo la progettazione della strada di circonvallazione, denominata “Interquartieri”, da parte di Autostrade spa. La realizzazione di questa infrastruttura comporterà lo spostamento di parte dell’acquedotto moderno e la posa in opera di una nuova condotta, sempre in corrispondenza del manufatto romano».
«Per consentire tali lavori, gli scavi saranno condotti in modalità “no dig”, ovvero senza scavo a cielo aperto, ma passando qualche metro sotto agli strati di epoca antica. La buca di lancio del no dig, situata in strada Carloni e usata come saggio preventivo, ha rivelato l’esistenza di un contesto di età romana costituito da buche di drenaggio riempite con cocci di anfora, laterizi e altro materiale e di un pozzo, con relativa stratigrafia. In un’altra area, presso una rampa di entrata, è emersa invece una piccola fondazione muraria. Ulteriori interferenze di vari sottoservizi sono state risolte in via Lombroso, che probabilmente si sovrappone al tracciato di una strada romana, tramite l’apertura di trincee, grazie alle quali gli archeologi hanno individuato quattro tombe a incinerazione. Di esse si intravvedono i contenitori per le ceneri, costituiti da vasellame ceramico di grandi dimensioni, infissi nel suolo, e alcuni strati archeologici nelle immediate vicinanze».
La Soprintendenza prosegue: «Lo scavo delle sepolture, appena avviato, ha consentito di datarle ad epoca romana. L’area di Muraglia è da sempre oggetto di rinvenimenti archeologici, come dimostra la presenza di una necropoli a incinerazione scavata in via Negrelli dalla Soprintendenza, dalla notizia del rinvenimento di epigrafi e materiali vari nei secoli scorsi e naturalmente dalla presenza dell’acquedotto romano, che da Novilara scende verso la via Flaminia, e che attraversava con archi aerei per poi dirigersi verso la città incontrato un braccio da Monte Granaro».