PESARO – Ristorazione collettiva e turismo, l’incubo del lavoro povero.
E’ la denuncia dei sindacati Filcams Cgil – Fisascat Cisl – Uiltucs Uil che hanno manifestato sotto la sede di Confindustria Pesaro per lo sciopero della ristorazione collettiva. Lo sciopero ha messo l’attenzione sulla ripresa del negoziato per il rinnovo del Contratto Nazionale dei Pubblici Esercizi, Ristorazione Collettiva, Commerciale e Turismo. Eppure «a più di tre anni dalla scadenza del CCNL, le imprese della Ristorazione Collettiva associate ad ANIR e ANGEM hanno diffidato i sindacati, in pratica minacciano chi vuole arrivare ad un rinnovo in grado di garantire condizioni salariali dignitose alle lavoratrici e ai lavoratori del settore. In un contesto economico ancora fortemente compromesso dall’impennata inflattiva degli scorsi anni e dal conseguente aumento del costo della vita, alcune imprese si dimostrano irresponsabili e sconsiderate nei confronti delle e dei loro dipendenti. Diciamo no alla flessibilità».
Ma è stata anche l’occasione per parlare della situazione locale rispetto al turismo, con i sindacalisti Caterina Campolucci della Filcams Cgil, Domenico Montillo della Fisascat Cisl e Fabrizio Bontà della Uiltucs.
«Stiamo assistendo a un ricorso massiccio del contratto a chiamata che è l’anticamera del lavoro grigio o nero. Una forma di lavoro precario e povero che alcuni lavoratori sono costretti ad accettare per non rimanere senza impiego. Non è vero che i giovani non vogliono lavorare, nel commercio il personale si trova perché si seguono i contratti, nel turismo no, è selvaggio». Infine: «Le aziende si lamentano che non trovano forza lavoro, ma ci sono contratti senza paghe adeguate e dignitose. Se siamo una città turistica, dobbiamo fare imprenditoria, ma non sulle spalle dei lavoratori».