Pesaro

Pesaro, gli studenti del Liceo Marconi al dirigente: «Vogliamo tornare in classe ma non così»

Lunga lettera al dirigente scolastico dello Scientifico: «Tornino al 100% le prime e le quinte, gli spazi ci sono. Al 50% c'è competizione non collaborazione»

Il liceo Marconi

PESARO – Sono gli studenti del liceo Marconi a scrivere una lettera indirizzata al dirigente scolastico, in cui esprimono il dissenso rispetto alle modalità di rientro in classe. Al Marconi si è infatti optato per dividere trasversalmente le classi piuttosto che alternarle: una soluzione che non è piaciuta soprattutto agli studenti di quinta e così trecento ragazzi hanno rivolto una lettera al dirigente Riccardo Rossini.

«L’82,5% degli studenti intervistati (circa 300 ndr) – spiegano – non condivide la linea intrapresa sul rientro in classe; circa il 75% sostiene che l’organizzazione debba essere riformulata sulla base di quanto vissuto a inizio anno. La nostra scuola più delle altre comprende cosa vuol dire avere la classe divisa tra presenza e distanza: se al tempo potevamo essere d’esempio, ora è il contrario».

Il nodo riguarda i gruppi classe paralleli: «C’è grande difficoltà nel seguire le spiegazioni, inevitabilmente rivolte agli studenti in presenza; inoltre creare due gruppi distinti dà vita a due classi parallele che non lavorano più in un’ottica di collaborazione bensì di competizione, specie nei momenti di verifica, a fronte di un programma che non ha subito variazioni e che svantaggia notevolmente il gruppo a casa».

Diverse le soluzioni proposte per ovviare a questi svantaggi; la prima, utilizzare le aule più grandi per svolgere la didattica col 100% della classe: «La nostra scuola è dotata di ampi spazi, al momento utilizzati come laboratori: tutti noi stiamo rinunciando a qualcosa, per cui riteniamo che anche certi docenti possano rinunciare a questi spazi, permettendo così la turnazione delle classi, almeno qualche giorno a settimana. Oppure, si richiede di permettere la frequenza al 100% almeno alle classi prime e quinte. Le prime necessitano di fare gruppo coi compagni: siamo l’unica scuola in cui i ragazzi di prima non hanno conosciuto metà della propria classe, creando un divario relazionale; per le quinte si paventa uno scenario in cui l’unica certezza è non poter concludere il loro percorso scolastico come avevano sperato. È chiaro, c’è una pandemia in atto e tutti devono rinunciare a qualcosa, ma se ce ne fosse la possibilità, la Scuola intesa come istituzione dovrebbe supportare gli studenti che hanno perso anche parte dello scorso anno scolastico e non avranno più tempo di recuperarlo».

Infine come alternativa ultima, si propone un’alternanza dei gruppi classe giornaliera, fermo restando che «utilizzando il sistema dei due gruppi, è necessario imporre un limite massimo di verifiche da svolgersi in presenza pari a 2, rendendo potenzialmente valutabili anche gli studenti a casa».

Molti studenti non si sono presentati in classe lo scorso 25 gennaio: «Noi come studenti facciamo la nostra parte: siamo consapevoli di che cosa sia realmente. Ma senza di noi è chiaro: la scuola non ha senso di esistere». 

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