PESARO – Verso la fase 2, ma prima via ai test sierologici per il personale dell’azienda ospedaliera Marche Nord. Una passaggio fondamentale per avviare la seconda fase che vedrà la riorganizzazione dell’azienda ospedaliera che dal 26 febbraio ha cambiato volto per fronteggiare l’emergenza Covid -19.
«I test sierologici sono propedeutici alla fase post emergenza – spiega il direttore Generale Maria Capalbo –: questa indagine per la ricerca di IgM/IgG è realizzata al fine di effettuare uno screening rivolto ai dipendenti operanti all’interno dell’azienda, in modo tale da applicare le migliori misure possibili di tutela della salute dei pazienti e degli operatori».
L’avvio di tale procedura operativa, che è su base volontaria, prevede l’utilizzo della diagnostica sierologica mediante chemiluminescenza e si affianca a quella molecolare che resta il test di riferimento. Un percorso che permette di offrire al personale dipendente la possibilità di effettuare uno screening realizzabile in maniera graduale.
Dal 26 febbraio a Marche Nord sono stati ricoverati circa 700 pazienti affetti dal COVID-19, con 160 dimessi a domicilio e 247 deceduti con un’età media di circa 80 anni.
«Abbiamo affrontato la fase dell’emergenza – aggiunge il direttore Capalbo – ma non è il momento di fermarci. Nella fase del picco abbiamo gestito oltre 200 pazienti, ma con il numero di accessi al pronto in forte diminuzione possiamo pensare alla fase post acuta e riconvertire i posti letto, dedicati ai Covid, per pazienti con sintomatologia ‘aspecifica’. Sono tornati a crescere, infatti, gli accessi al pronto soccorso di pazienti che, in seguito ad effettuazione di tampone per ricerca di SARS-CoV-2, risultano essere negativi. L’attenzione va tenuta però altissima. Al termine dei test a tappeto per gli operatori sanitari, partirà la riorganizzazione. La palazzina F del San Salvatore verrà dedicata ai pazienti Covid. A questa verranno aggiunti i 18 posti letto delle malattie infettive e resteranno attivi 11 posti letto di rianimazione, totalmente riservati ai degenti con il Corona Virus. Per un totale di circa 98 posti letto dedicati».
Dal 4 maggio le discipline chirurgiche di chirurgia generale, ortopedia, urologia, ginecologia e neurochirurgia, torneranno ad effettuare gli interventi nel presidio del San Salvatore.
Al Santa Croce resteranno le attività di chirurgia specialistica con la senologia, l’otorino, l’oculistica, il day surgery poli-specialistico e i letti di la terapia intensiva. Il materno infantile resterà temporaneamente al Santa Croce, considerato che la palazzina F del presidio San Salvatore, che allocava prima dell’emergenza anche la pediatria e l’ostetricia, sarà interamente occupata dai pazienti Covid, proprio per la sua collocazione logistica separata dal resto dell’ospedale.
Al presidio di Pesaro, inoltre, restano attivi i posti letto di Terapia Intensiva e Medicina D’Urgenza No covid, che garantiscono l’assistenza ai pazienti sottoposti ad intervento chirurgico, e posti letto di Utic, destinati ai pazienti che entrano nel percorso per le emergenze tempo-dipendenti cardiologiche, la cui attività può essere garantita esclusivamente presso il Presidio di Pesaro, vista la collocazione delle sale per lo svolgimento di attività di angiografia all’interno di tale Presidio.
«I nostri operatori – aggiunge il direttore sanitario di Marche Nord Edoardo Berselli – continueranno a gestire il paziente come se tutti fossero potenzialmente affetti da Coronavirus, con tutte le procedure comportamentali e i dispositivi di protezione individuali necessari. A tutti i pazienti verrà effettuato il tampone per verificare la presenza o meno del virus. Insomma restano in piedi tutte le azioni e le misure di prevenzione adottate nella fase acuta».
Al Presidio San Salvatore di Pesaro e il Santa Croce di Fano è previsto uno specifico percorso di pre-triage, teso ad individuare tempestivamente i pazienti sospetti/positivi al Covid-19, al fine di indirizzarli verso i percorsi specificatamente dedicati ed evitare al massimo contaminazioni, sia tra i soggetti in attesa di diagnosi, sia contaminazioni intraospedaliere da parte di soggetti affetti da patologie acute, ma a rischio di essere Covid-19 positivi non ancora diagnosticati. L’attuazione dei percorsi di pre-triage è stata resa possibile dall’installazione di tensostrutture esterne ai Pronto Soccorso.