PESARO – Era arrivato con un treno regionale da Rimini. Lì si era rifornito di cocaina ed era destinata alla movida pesarese. Patteggia il 20enne albanese pizzicato dagli agenti della squadra mobile di Pesaro lo scorso giugno.
Gli investigatori, infatti, avevano notato scendere da un treno proveniente dalla vicina Romagna, un albanese 20enne, che uno degli operatori riconosceva come quello già identificato nell’abitazione di altro connazionale arrestato per reati connessi al traffico di stupefacenti.
Lo straniero, in evidente stato di agitazione, non aveva fornito alcuna valida giustificazione circa la sua presenza a Pesaro. Era residente a Vallefoglia. Gli agenti avevano approfondito il controllo con una perquisizione.
Veniva così ritrovato sul fondo del borsello portato a tracolla dal sospettato, un involucro in cellophane e pellicola d’alluminio, contenente sassi di cocaina del peso superiore al mezzo etto.
Tale quantitativo, subito sequestrato, con ogni probabilità caratterizzato da un elevato livello di principio attivo (vista la sua conformazione in sasso), avrebbe permesso, una volta tagliato, di confezionare un centinaio di dosi da 0,7/0,8 grammi, che vendute a 80 euro di media a dose avrebbero consentito un guadagno di circa 8.000 euro.
L’albanese, richiedente asilo politico, nullafacente, era stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e ristretto presso la locale Casa Circondariale.
In tribunale davanti al Gip mercoledì ha patteggiato a 2 anni e 8 mesi. Resta in carcere.