PESARO URBINO – Massiccio ricorso alla cassa integrazione, la ripresa dell’economia non è affatto stabile. Il confronto col dato pre-pandemia è impietoso.
Nella provincia di Pesaro Urbino nel 2021 sono state richieste e autorizzate complessivamente 12,2 milioni di ore di Cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga). Una cifra ancora rilevante nonostante la riduzione rispetto al 2020 (26 milioni di ore), soprattutto considerando che nel 2019 le ore autorizzate furono solo 1,3 milioni.
«Il dato evidenzia una ripresa del sistema produttivo provinciale, anche se esclusivamente dovuto all’effetto “rimbalzo” – spiega Roberto Rossini, segretario generale CGIL provinciale -, sviluppatosi in seguito alla prima fase della pandemia. Il 2021 è però stato segnato soprattutto in alcuni periodi dell’anno, da una evidente incertezza che i dati manifestano in modo chiaro: non siamo di certo usciti da una lunga crisi economica e produttiva tanto che ancora sono molto lontani i livelli di utilizzo di questo ammortizzatore sociale che avevamo nel 2019. L’auspicio è che il 2022 possa segnare un vero cambiamento di tendenza e che la “ripresa” diventi duratura e di per sè in grado di ingenerare nuova occupazione stabile. Appare chiaro inoltre che per giungere a tale condizione che auspichiamo, il sistema produttivo debba avere il coraggio e la capacità di ripensarsi in chiave futura, assumendo su di sè gli obiettivi di innovazione e sostenibilità che il PNRR indica chiaramente. Rinnovo il mio appello a tutti i soggetti della rappresentanza del mondo del lavoro e delle imprese, nonché alle istituzioni, affinché si apra quella fase di confronto e discussione che come CGIL stiamo invocando da troppo tempo».