PESARO URBINO – Cantieri aperti e tonnellate di calcinacci da smaltire. E la burocrazia non aiuta.
A lanciare l’allarme è Confindustria Pesaro Urbino. «Il recupero e la gestione dei rifiuti da costruzione e demolizione, in particolare quella dei calcinacci, rischia di essere “un problema serio” non solo per le imprese edili che operano nel più grande cantiere d’Europa, che è quello della ricostruzione post sisma, ma anche per quelle della provincia di Pesaro Urbino. All’interno del cosiddetto decreto end of waste, che fissa i criteri e le procedure specifiche per la produzione di aggregati riciclati ottenuti dal trattamento dei rifiuti da demolizione».
In questo momento, nella nostra provincia ci sono circa 1.250 cantieri edili aperti: se solo ognuno di questi producesse una sola carriola di detriti al giorno, circa un quintale di peso (ma si tratta di una stima fatta largamente per difetto), il quantitativo sarebbe destinato agli unici due impianti pienamente operativi. «Non solo siamo largamente sotto il numero minimo necessario di impianti – dice Rodolfo Brandi, presidente di Ance Pesaro Urbino, l’associazione dei costruttori aderente alla Confindustria -, ma quelli che ci sono avranno solo 180 giorni di tempo, dalla data di pubblicazione del decreto in gazzetta ufficiale per adeguarsi a norme ambientali e ai sistemi di qualità che sono nuovi. Una mole di adempimenti che vanno interpretati prima di essere messi in pratica, anche perché richiedono investimenti da parte degli imprenditori».
La sensazione che hanno i costruttori è che si sia perso l’obiettivo principale, che è poi anche la sfida più grande, che il settore ha davanti: più riciclo e più materie prime che diventano seconde, «utilizzando gli scarti, un po’ come è avvenuto anni fa per la costruzione dello Juventus Stadium, divenuto simbolo di recupero e riutilizzo di materiale derivante dalla demolizione di strutture esistenti (il vecchio stadio Delle Alpi, ndr.)».
C’è un altro aspetto che per Brandi è in cima alle priorità: «Per adeguarsi alle nuove disposizioni del decreto è necessario avere un confronto chiaro e trasparente con tutti gli attori che intervengono: dai rappresentanti delle forze dell’ordine, che poi sono coloro che espletano i controlli, ai funzionari della Provincia, perché il rilascio delle autorizzazioni è una loro responsabilità, fino agli esperti, che possono portare un contributo operativo estremamente utile». In questa direzione va il convegno che l’Ance Pesaro Urbino ha organizzato per il 23 settembre (per iscriversi: www.ancepu.it), con la partecipazione, tra gli altri, di Massimo De Vincentiis, delegato per Marche e Abruzzo di Anpar, l’associazione di categoria degli impianti fissi e mobili che riciclano rifiuti inerti.
«Di fronte a regolamenti edilizi coraggiosi, che anche nella nostra provincia spingono verso la sostenibilità e, contemporaneamente, danno al nostro settore la possibilità di uscire dalla crisi – conclude il presidente Brandi – la burocrazia rischia di rallentare quella che invece dovrebbe essere la priorità assoluta, favorire in modo massiccio l’uso dei riciclati».