PESARO – Calano le imprese, la crisi economica morde. Caro materie prime, caro energia e difficoltà internazionali stanno presentando il conto. Il 2022 chiude col segno negativo secondo i dati Istat elaborati dalla Camera di Commercio Marche.
A livello della Provincia di Pesaro saldi e tassi di crescita annuali sono dunque negativi. Il territorio perde 309 imprese nel saldo tra chiusure e nuove nate (-0,79%). Va detto che depurando i dati dei Comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio distaccate in Romagna si raggiungerebbe una sostanziale stabilità.
Le imprese registrate sono 37.582. Le nuove iscrizioni sono state 1.665 nel 2022. Purtroppo però pesano le chiusure con 1.974 imprese che hanno abbassato le saracinesche.
Quanto alla forma giuridica le società di capitale crescono del 1,22% mentre le società di persone calano del -1,99%. Anche le partite iva sono in calo (-1,36%) segno che il rischio di fare impresa è alto e temuto.
Il presidente camerale Gino Sabatini sottolinea: «Relativa consolazione in uno scenario che non vede ancora stabilizzata la tendenza anagrafica pur in presenza di segnali positivi, le Marche risentono ancora pesantemente dei fattori che conosciamo e che nel dibattito apertosi in questi giorni nei media marchigiani tutti gli attori dello sviluppo locale hanno ricordato: oltre alle criticità di portata nazionale (crisi finanziaria, pandemica ed energetica) che comunque hanno morso di più in una regione manifatturiera come le Marche, da noi hanno pesato colpi quali la dissoluzione di una grande banca territoriale, il sisma, il dissesto idrogeologico, il conflitto in Ucraina e le sanzioni che hanno afflitto soprattutto imprese del made in Italy da sempre legate al mercato orientale. Il risultato è un generale scoramento di imprenditori e aspiranti tali. Rallenta la nascita di nuove imprese. Ed è, anche, su questo che le istituzioni in filiera devono lavorare. Dare fiducia, e dare strumenti concreti che la alimentino. Tutti i settori al centro dell’azione promozionale della Camera e delle nostre Aziende Speciali, moda, agroalimentare, mobile e meccanica, contribuiscono in modo importante alla crescita del nostro export».