Pesaro

Pesaro-Urbino, sui rifiuti speciali Ruggeri (M5S): «La gestione viola da anni il piano regionale»

La consigliera regionale incalza la Regione sull'accordo che dal 2017 prevede lo sfruttamento intensivo delle discariche a Urbino e Tavullia

PESARO URBINO – La gestione dei rifiuti nella provincia di Pesaro al centro di una polemica politica. La capogruppo consiliare dei 5 Stelle, Marta Ruggeri, incalza la Regione su una vicenda datata 2017, quando l’accordo di programma sottoscritto da Provincia, assemblea territoriale d’ambito Ata 1, Unione montana Alta valle del Metauro, Comune di Urbino e Marche Multiservizi prevede lo sfruttamento intensivo delle discariche a Cà Lucio (Urbino) e Cà Asprete (Tavullia), in doppia deroga rispetto alle disposizioni del piano regionale.

«La gestione dei rifiuti nella provincia di Pesaro e Urbino viola da tempo le disposizioni del piano regionale, ritengo che per la giunta Acquaroli non possa tollerare oltre questa situazione: sono sconfessate dai fatti le ragioni con cui si è cercato di giustificarla».

«Nei due impianti in questione – spiega Ruggeri – si continuano a conferire rifiuti speciali non pericolosi, ben oltre il limite del 50% rispetto ai rifiuti solidi urbani, provenienti anche da altre regioni. Questa modalità operativa prosegue, nonostante il Servizio tutela, gestione e assetto del territorio abbia affermato che, parole testuali, sia del tutto in contrasto con la logica del piano regionale. È stato a suo tempo negato, di conseguenza, il parere di conformità».

La capogruppo dei 5 Stelle, che ha depositato un’interrogazione insieme con la consigliera Simona Lupini, fa inoltre notare come il ruolo strategico delle discariche nella provincia di Pesaro e Urbino sia stato ribadito nella proposta di atto amministrativo approvata dal consiglio regionale nel dicembre scorso, vista la carenza di analoghi impianti nel sud delle Marche.

«Lo sfruttamento intensivo – sottolinea Ruggeri – accelera la chiusura degli impianti e sta provocando preoccupanti conseguenze a catena. Il piano d’ambito prevede infatti di ampliare la discarica a Fano-Monteschiantello, cosa che comporterà nuovo consumo di territorio e che ha già suscitato forti proteste fra i residenti per i prevedibili disagi. L’impianto gestito da Aset resterà ben presto l’unico in provincia, perché Cà Lucio e Cà Asprete, gestite invece da Marche Multiservizi, saranno chiuse rispettivamente entro il 2023 ed entro il 2027».

La conclusione di Ruggeri: «Tutta questa operazione aveva alla base il progetto di un impianto Tmb a Cà Asprete, per il pre-trattamento dei rifiuti urbani indifferenziati provenienti da tutta la provincia e dotato di una capacità pari a 100.000 tonnellate all’anno. Dallo sfruttamento intensivo di Cà Lucio e Cà Asprete dovevano quindi derivare i proventi per mitigare l’impatto che questo investimento impiantistico avrebbe sulle bollette, ma adesso il Tmb è del tutto scomparso dai radar. Non è più previsto dal gestore nei suoi piani d’investimento e nemmeno dall’Ata 1 nel suo piano d’ambito. Sono dunque ingiustificati i maggiori proventi che ora derivano al gestore dallo sfruttamento intensivo negli impianti a Urbino e Tavullia».